Il pizzino giudiziario

Alessandro Sallusti

Venti perquisizioni contemporaneamente in tutta Italia sanno di retata, così si dice di un’operazione eseguita con sorpresa, rapidità e spiegamento di forze di solito usate per stanare organizzazioni criminali.

Forse troppo onore per Matteo Renzi, presunto boss di questa presunta cosca che di nome fa Open e che dal 2012 al 2017 ha raccolto fondi privati per finanziare la corrente politica dell’ex premier. Una fondazione, come si usa in politica, che nel tempo ha gestito circa sette milioni di euro usati tra l’altro per pagare i conti della Leopolda (l’annuale congresso dei renziani). Le accuse sono varie, da traffico d’influenze a riciclaggio, e sono state subito respinte al mittente dagli interessati.

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