Il Belgorod, gigantesco sottomarino di Putin che può creare lo tsunami nucleare

di Guido Olimpio e Paolo Valentino

Il Belgorod, gigantesco sottomarino di Putin che può creare lo tsunami nucleare

(La ricostruzione grafica del Belgorod è pubblicata su gentile concessione di Covert Shores: www.huisutton.com)

Quando in «Caccia all’Ottobre Rosso» Alec Baldwin, nella parte dell’analista della Cia Jack Ryan, cerca di chiarire al consigliere per la Sicurezza nazionale la pericolosità del nuovo sottomarino sovietico, gli dice così: «Questa cosa potrebbe depositare un paio di centinaia di testate nucleari al largo di Washington o di New York e nessuno ne saprebbe nulla fin quando non sarebbe tutto finito».
Sono passati 35 anni dal romanzo di Tom Clancy, ventinove dal film di John Mc Tiernan. La Guerra Fredda tra Usa e Urss è ormai un lontano ricordo. Ma quel sottomarino non è più una fantasia letteraria o hollywoodiana. Esiste davvero.

Dopo due decenni di relativa calma e ambizioni di disarmo frustrate, una nuova corsa al riarmo nucleare sta trasformando l’intero pianeta un luogo ad altissimo rischio. Stati Uniti, Russia, Cina, perfino Francia e Gran Bretagna (i cinque Paesi che ufficialmente posseggono la bomba) stanno investendo centinaia di miliardi di dollari nel più massiccio e radicale rinnovamento dei loro arsenali dell’ultimo mezzo secolo.

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