“Riformare la giustizia anche in difesa delle donne”. Intervista a Giulia Bongiorno

“Sono contenta che il Codice Rosso stia funzionando, tutte le donne che incontro e che mi scrivono sostengono di sentirsi più incoraggiate a denunciare”.

Giulia Bongiorno non nasconde la propria soddisfazione. Il Codice rosso, la legge ideata per tutelare le donne vittime di violenza con la showgirl Michelle Hunziker, dal 2007 con lei nella fondazione “Doppia Difesa” onlus, proposta da ex ministra per la Pubblica Amministrazione nel Governo Conte I ed entrata in vigore ad agosto, sta registrando riscontri positivi.

Avvocata penalista, da anni in prima fila, anche in politica, nella difesa delle donne maltrattate, legale di Giulio Andreotti prima, poi con Gianfranco Fini, nel 2013 candidata con Scelta civica di Mario Monti e nel 2018 con la Lega di Salvini, oggi è senatrice. Le sue posizioni sui diritti civili – è favorevole alle unioni civili omosessuali e all’inseminazione artificiale – non sono in linea con una parte del Carroccio, ma lei non se ne cura. E liquida chi, come Mario Adinolfi, dal fronte dei detrattori, l’ha definita “Nichi Vendola al femminile”, con un sibilante “Tamquam non esset” (“Come se non esistesse”, ndr). Lanciatissima secondo i rumors più ventilati per un posto di rilievo con il ritorno – accreditato dai sondaggi – della Lega al Governo, per un periodo è stata indicata pure come probabile candidata sindaca di Roma. “Un’ipotesi da escludere completamente”, taglia corto. E alla cronista che obietta che siamo certi che da qualche parte la ritroveremo, risponde con un molto abbottonato: “Mi può trovare al mio studio e in Parlamento”. 

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