Trenta e l’iter-lampo per tenere la casa da ministra: 48 ore per assegnarla al marito

di Fiorenza Sarzanini

È accaduto tutto in poche ore nel settembre scorso. Mentre Elisabetta Trenta lasciava l’incarico di ministra della Difesa, suo marito Claudio Passarelli veniva trasferito a nuovo incarico e chiedeva l’assegnazione dell’alloggio «di servizio» dove la coppia già abitava da cinque mesi. Una pratica «perfezionata» appena un mese dopo con l’attribuzione definitiva. È su questa procedura che la procura militare ha deciso adesso di svolgere accertamenti. Ma il vero rischio potrebbe arrivare dai magistrati penali. Da circa un mese — su denuncia dello Stato Maggiore — è stata infatti aperta un’inchiesta su tutti i militari che rimangono negli appartamenti della Difesa senza avere i requisiti. E dunque anche i vari passaggi che segnano questa vicenda dovranno essere verificati proprio per stabilire se siano stati compiuti abusi. In attesa dell’esito delle indagini il Movimento 5 Stelle ha inviato un messaggio esplicito in linea con quanto già dichiarato da Luigi Di Maio: «Trenta lasci la casa e faccia presentare una nuova domanda a suo marito. Se ha diritto la otterrà».

Roma, ecco la casa «contestata» della ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta
La richiesta di alloggio

Per comprendere bene che cosa sia accaduto bisogna tornare all’insediamento del governo Lega M5S l’1 giugno 2018. Trenta va al dicastero della Difesa, all’epoca vive con il marito al quartiere Pigneto. «La casa non era adatta a svolgere incontri riservati», ha dichiarato due giorni fa in un’intervista al nostro giornale, sottolineando anche la «scarsa sicurezza».

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