Ex Ilva, pm di Taranto indagano per “danno all’economia nazionale”

ROMA – Dopo la magistratura di Milano si muove anche quella di Taranto che apre una seconda inchiesta sull’addio di Arcelor Mittal all’ex Ilva. Inchiesta, per distruzione dei mezzi di produzione con danno per l’economia nazionale nata dalla denuncia consegnata stamane dai commissari straordinari al Procuratore della Repubblica Carlo Maria Capristo e al procuratore aggiunto Maurizio Carbone. Mentre lunedì l’aggiunto milanese Maurizio Romanelli e i pm Stefano Civardi e Mauro Clerici si incontreranno per mettere a punto l’atto della loro costituzione nella causa civile con cui ArcelorMittal chiede di recedere dal contratto di affitto dell’ex stabilimento e i commissari, con il loro ricorso cautelare, di fermarli per preservare l’azienda. Sempre la prossima settimana inquirenti e investigatori tarantini cominceranno a convocare una serie di testimoni per far luce sulla situazione del polo siderurgico.

E questo alla luce dell’esposto presentato oggi –  il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha ringraziato –  nel quale si ipotizza sia stato violato l’art.499 del codice penale, in quanto si ritiene che il gruppo dell’acciaio con il suo quartier generale in Lussemburgo abbia messo in atto un processo di abbassamento della produzione degli impianti e di riduzione del loro calore. Processo che causerebbe un grave danno agli impianti e di conseguenza all’ economia italiana poichè lo stabilimento di Taranto è strategico dal punto di vista nazionale “ex lege”.

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