L’Emilia contendibile. Ma i grillini saranno l’ago della bilancia

di PAOLO GIACOMIN

Se l’appetito vien mangiando, l’antipasto umbro ha mosso l’acquolina di Matteo Salvini. Il boccone è l’Emilia-Romagna. Che è contendibile, come ha ammesso a più riprese il governatore uscente, Stefano Bonaccini, per dare la sveglia ai suoi. Umbria ed Emilia-Romagna sono due territori molto diversi, diversa è la situazione politica ed economica: di là un’economia sofferente, di qua la seconda manifattura d’Italia, tra le prime in Europa. Di là un’amministrazione Pd colpita dagli scandali e molti Comuni già passati negli anni al centrodestra, di qua la presa di Ferrara e Forlì e l’ottimo risultato della Lega alle europee, ma compensato, per il Pd, dai risultati delle amministrative.

Di là sondaggi che davano la vittoria alla Lega con grande distacco, di qua, sondaggi per entrambi sul filo di lana. Il voto umbro, però, qualcosa insegna per diversi motivi. Il primo: molti elettori grillini hanno votato Lega o sono rimasti a casa perché indisposti verso un alleato che fino al giorno prima, sul territorio, era l’opposizione da battere. Varrà anche in Emilia-Romagna? Anche se i grillini andranno da soli non è detto sia sufficiente a serrare i voti potenzialmente in libera uscita. Di certo non è un bell’esempio la deflagrazione della giunta 5 Stelle di Imola con le dimissioni della sindaca e il contorno di accuse e controaccuse tra (ormai) ex amici.

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