Rogoredo, task force, sequestri, arresti contro lo spaccio di droga: così si è svuotato il bosco

Lungo via Sant’Arialdo, dove il guard-rail è rotto e l’apertura porta al boschetto di Rogoredo, c’è una scala che arriva al cavalcavia Pontinia. Ad ogni ora del giorno e della notte su quei gradini c’erano ragazzi tossicodipendenti che si iniettavano eroina. Oggi non c’è più nessuno. Sono deserti. È questa l’immagine più evidente di un boschetto che pare «svuotato». Il via vai, in quella che era la più grande piazza di spaccio di tutto il Nord Italia, da qualche settimana è sparito. Arrivavano mille persone al giorno, da tutta la Lombardia. Al momento, e da settimane, non c’è più nessuno. «Dove sono andati? Si sono spostati fuori campo, come si direbbe nei film. Non si vedono ma continuano a esistere», si preoccupa Simone Feder, della comunità Casa del Giovane, in prima fila nel contrasto alle dipendenze. Sulla collinetta e sulla spianata di Rogoredo, però, non si vende più droga. Restano tra i 20 e i 30 tossicodipendenti in zona, che trovano riparo in stazione, ma che ormai per comprare si allontanano.

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