Ex Ilva, braccio di ferro ArcelorMittal-governo. Con lo spettro di più cig

La vicenda dell’ex Ilva rischia di complicarsi fino alle estreme conseguenze. La riduzione della produzione industriale e la mancanza delle tutele legali per i manager dell’azienda stanno surriscaldando un clima già abbastanza rovente. Per ora siamo nel campo delle ipotesi, tra minacce e prese di posizione. Sta di fatto che c’è stato un primo incontro tra il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e l’amministratore delegato di ArcerolMittal Italia, Lucia Morselli, e non è stato certamente risolutivo. Ne seguiranno altri e determinante sarà anche quello con i sindacati.

L’ok alla soppressione delle tutele legali per gli affittuari e i futuri proprietari del siderurgico di Taranto in attuazione delle condotte del piano Ambientale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E ora potrebbe diventare il pretesto per ArcerolMittal, di fronte al mancato rispetto da parte del governo degli impegni presi, per abbandonare tutto e rescindere il contratto, o per ridurre ulteriormente il numero dei lavoratori aumentando i cassintegrati. Ovviamente questo è solo il timore che aleggia nelle ultime ore. Dal ministero dello Sviluppo economico trapela che un punto di equilibrio sarà trovato, mentre l’azienda ufficialmente tace.

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