Rifiuti a Roma, Cda Ama si dimette: azienda nel caos

La Raggi in tre anni ha cambiato già una decina di manager in Ama: dopo avere ereditato Daniele Fortini, presidente di Ama con Marino, lo ha sostituito con Alessandro Solidoro, che però se ne è andato dopo pochi mesi. Il suo posto è stato preso da Antonella Giglio, defenestrata quasi subito e sostituita da Lorenzo Bagnacani il 15 maggio 2017 e da un cda in cui facevano parte Andrea Masullo e Vanessa Ranieri. Nel frattempo la Raggi aveva voluto Stefano Bina come direttore generale di Ama, per poi mandarlo via (formalmente si dimise) dopo pochi mesi. Anche Bagnacani, presentato dalla Raggi come il grande manager che avrebbe salvato Roma, è stato scaricato, con una lunga guerra tra sindaca e presidente Ama sul bilancio e sui famosi 18 milioni di euro di crediti cimiteriali inseriti nel bilancio

A febbraio 2019 Bagnacani, Masullo e Ranieri sono stati cacciati, la Raggi ha affidato l’Ama a Massimo Bagatti, come amministratore provvisorio. Ma non il valzer non è finito. Dopo interminabili selezioni, sono stati scelti Melara, Longoni e Ranieri: anche loro presentati dalla Raggi come salvatori della patria, dopo che se ne era andato il “nemico” Bagnacani, anche loro ieri sono stati costretti a dimettersi dopo tre mesi e mezzo. In questo modo Ama dal 2017 non ha un bilancio approvato (e ci sono inchieste in corso della Corte dei conti), non sta progettando nuovi impianti: è come una squadra di calcio che cambia continuamente allenatore. I risultati si stanno vedendo.
 

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IL MESSAGGERO

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