Basta solo una parola

Alessandro Sallusti

Ieri Berlusconi e Salvini si sono rivisti per la prima volta dopo la crisi politica e l’insediamento del nuovo governo.

È un buon segno, vuole dire che la strada per la costruzione di un nuovo centrodestra è ancora aperta, nonostante le tensioni e le diffidenze dell’ultimo anno. Ora, però, servirebbe un po’ di chiarezza da parte della Lega, per esempio che Salvini non permetta di usare il suo nome invano. Ieri una signora che vive nel Milanese ha rifiutato di affittare una casa di sua proprietà a una ragazza «perché foggiana». In un audio registrato si sente la voce della signora dire «per me i meridionali, i neri e i rom sono tutti uguali, sono una razzista al cento per cento, sono salviniana, sto con Matteo, con il Capitano».

Ognuno è libero di affittare casa sua a chi meglio crede, ci mancherebbe. Ma un partito, qualsiasi partito, dovrebbe denunciare, politicamente ma forse anche giudiziariamente, chi sostiene tesi idiote, oltre che razziste, issando la sua bandiera. Altrimenti è legittimo il dubbio che la signora non stia millantando, ma che, in effetti, siamo di fronte a una leghista salviniana che sta applicando alla lettera il verbo del Capitano.

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