Gentiloni osservato speciale

Forse una chiave del tutto la si può ritrovare già nella stessa scelta della titolazione dei portafogli (in generale a dir poco fantasiosi) della nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen: Paolo Gentiloni all’Economia, Valdis Dombrovskis all’Economia che lavora per le persone. Da una parte, il commissario italiano, ex premier Democratico, candidato dal nuovo governo Pd-M5s con il mandato di provare a rivedere le regole del patto di stabilità e crescita. Dall’altro lato, il ‘falco’ dell’austerity Dombrovskis, anche lui ex premier in Lettonia, confermato nel ruolo di vicepresidente esecutivo in Commissione: è sua la delega più importante all’Economia. Quella che “lavora per le persone”, appunto.

L’impostazione di partenza della nuova squadra è chiara: la revisione del patto di stabilità e crescita è cosa che – se va bene – dovrà passare nella cruna dell’ago delle discussioni tra i governi. Con i falchi del nord per niente disponibili, tanto che hanno cercato di ostacolare l’assegnazione della delega all’Economia all’Italia, paese con debito pubblico oltre i 130 punti percentuali sul pil. Altra cosa chiara: Gentiloni, pur con una delega importante mai assegnata all’Italia nella storia dell’euro, starà sotto il ‘controllo’ gerarchico di Dombrovskis, uno dei tre vicepresidenti esecutivi di von der Leyen. Gli altri due sono: il socialista olandese Frans Timmermans con delega al clima, materia che von der Leyen ha stabilito come priorità della nuova legislatura; la danese Margrethe Vestager, con un portafoglio pesantissimo dal Digitale alla Concorrenza, materia di cui era titolare anche nella Commissione Juncker.

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