La fiducia al governo,scontro in Aula: «Mummie, cadrete». Conte ascolta impassibile (e spuntano tonno e colla)
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di Gian Antonio Stella
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«Il suo governo cadrà, presidente Conte. Cadrà qui, in Senato…» Nessuno, che si sappia, può testimoniare se il premier del governo rosso-giallo si sia discretamente toccato quando Renato Schifani, cupo e affilato, ha indossato i panni antichi d’un indovino menagramo per annunciargli un futuro fosco. Certo, non è bello ricevere un cattivo auspicio il giorno in cui s’incassa, dopo quella alla Camera, la seconda fiducia a Palazzo Madama. «Lei cadrà qui, in Senato, come abbiamo fatto in modo che nel 2008 cadesse il governo di Romano Prodi. La sua, presidente, è infatti un’alleanza eterogenea, composta da partiti che non solo non la pensano allo stesso modo, ma hanno storie diverse». Inconciliabili, secondo il senatore forzista: «Lei può partire oggi, avrà la maggioranza in Senato, ma gradualmente l’erosione del suo governo sarà irreversibile…».
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