Una esperienza psichedelica

La pacificazione dura in effetti poco. Se i nuovi ministri siedono pazienti, l’aula ruggisce, scandisce “Elezioni, elezioni” nella sua ala destra, i deputati di Forza Italia se ne vanno per andare da Silvio Berlusconi che li ha convocati, fuori dal palazzo, una manifestazione rabbiosa contro il nuovo governo è guidata, anzi attraversata, da Salvini che ha già la campagna elettorale in tasca. Campagna semplice, avvolta com’è intorno a due parole, “elezioni” e “traditori”. Senza spiegazione, e senza scampo. 

Nel pomeriggio, infatti, persino Conte si scapiglia. I toni si scaldano, fra il Premier e la Lega volano rimproveri, e l’Avvocato trova infine l’asprezza per chiedere conto delle umiliazioni, “Mi avete lasciato solo….”.  Uno show che, a dispetto di tutte le parole, rimane tuttavia nel perimetro segnato da Conte, fra futuro e passato, fra i due ex alleati. 

Il Pd dai suoi banchi nell’intera giornata applaude la mattina, si scalda nel pomeriggio, ma per un intero giorno non afferra mai la palla, nei suoi interventi si avvertono speranze (Delrio) e timori (Leu), un augurio sul futuro, ma il partito rimane un coro in fondo alla scena dominata dal Premier, non diventa mai protagonista. Del resto solo una pia illusione può far immaginare che ci sia un Conte per tutte le stagioni.

La domanda a sera rimane quella del mattino. Governare per quanto? Settimane, mesi, qualche anno? Nelle file del Pd il dubbio è forte. È una scommessa, ripetono, e incrociano le dita. I 5SteIle hanno gli stessi dubbi anche se il senso del rischio in qualche modo per loro sembra attutito dal fatto che di rischi se ne sono già presi uno, ed è finito male, e nonostante tutto sono sopravvissuti.

Nell’insieme, però, mai atmosfera più dimessa si è vista in una inaugurazione. Persino i parenti, questa inevitabile presenza di mogli in chiffon e ragazzini in blazer, non erano presenti. 

Nasce insomma in questi giorni un esecutivo speranzoso ma sostanzialmente mesto, dagli umori di chi va in miniera più che al governo. 

E c’è in questo umore almeno una misura di verità, cosa che è rara trovare in politica. C’è poco da festeggiare infatti. 

Se il primo giorno è il migliore di qualunque impresa, questo ha già in sé l’imprint delle difficoltà future: l’assedio, lo scontro, e l’eccesso di promesse quasi sicuramente irrealizzabili. Ci sono persino i numeri a non confortare. L’ultimo poll della giornata racconta che fra i cittadini c’è un bassissimo livello di fiducia in questo nuovo governo. E che a dispetto di tutto Salvini e la destra regnano sovrani nel favore degli elettori. Estrema beffa per un esecutivo che nasce per sterilizzare proprio loro.

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