La Brexit colpirà l’export italiano?

Andrea Muratore

Giorno dopo giorno, aumentano le incertezze sulla Brexit. Boris Johnson, a un mese dalla nomina a Primo ministro britannico, ha compiuto con decisione due scelte di rottura con il precedente governo di Theresa May proponendo da un lato all’Unione Europea una soluzione negoziale basata sul superamento del backstop irlandese e accentrando dall’altro, attraverso la prorogation del Parlamento, i processi decisionali nelle sue mani.

Quel che è certo è che il 31 ottobre, data dell’uscita effettiva del Regno Unito dall’Unione Europea, incombe sempre più vicino. E giorno dopo giorno, specie considerando la difficoltà di Londra e Bruxelles nel dialogare, appare sempre meno escludibile l’ipotesi che la Brexit possa concretizzarsi senza accordo. In tal caso un punto di domanda fondamentale è rappresentato dal futuro dei commerci tra Gran Bretagna e resto d’Europa, che in assenza di alcuna regolamentazione finirebbero, di fatto, regolati secondo le norme del Wto. Portando, in assenza di una negoziazione tra le parti, al ritorno di dazi e barriere doganali nella Manica.

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