Casa, Flat Tax e imprese: ecco la manovra targata Lega. Ma è scritta sull’acqua

di MARCO PATUCCHI

ROMA – Un tridente d’attacco degno del miglior Zeman. Almeno nelle intenzioni.  Matteo Salvini fin dalla prima ora dello strappo che ha determinato la crisi di governo, sostiene che già esiste una bozza di manovra finanziaria della Lega e che, dunque, non è vero – come accusano gli ex soci pentastellati e l’opposizione – che lui e il suo partito siano in fuga dalla responsabilità di accollarsi il peso di una Legge di Bilancio necessariamente di lacrime e sangue. Sul documento sono al lavoro le tre ‘menti’ economiche della Lega: il viceministro del Tesoro, Massimo Garavaglia, il sottosegretario di via XX Settembre, Massimo Bitonci, e il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi. Un tridente con le idee chiare e che, evidentemente, lavorava sotto traccia all’ipotesi di una manovra a trazione leghista già da prima del crollo del governo. Quindi mentre lo stesso Garavaglia partecipava insieme alla collega pentastellata, Laura Castelli, alle riunioni quasi quotidiane con il ministro Giovanni Tria, per trovare i 23 miliardi necessari a disinnescare l’aumento dell’Iva previsto dalle clausole di salvaguardia.

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