Scontro sulla sfiducia, partono le manovre del partito anti-elezioni

UGO MAGRI

ROMA. Il governo giallo-verde è defunto, ma sulla data delle esequie si sta scatenando una strana guerra che nasconde tutt’altro. Da una parte c’è Salvini, scatenatissimo, il quale non vede l’ora di seppellire il governo Conte e preme per un dibattito parlamentare da tenere quasi in tempo reale, mercoledì prossimo in Senato. Il “Capitano” sostiene che urge tornare alle urne quanto prima perché ogni pigrizia si ripercuoterebbe sulla manovra economica di autunno, col risultato che il futuro governo non farebbe in tempo a vararla entro fine anno e a quel punto scatterebbero in automatico i temuti aumenti dell’Iva, dal 22 al 25 e dal 10 al 13 per cento. Sulla scia del leader, i leghisti hanno presentato una mozione di sfiducia contro il governo, per mettere con le spalle al muro chi volesse menare il can per l’aia.

Leggi anche:

Salvini e la telefonata pre-crisi a Berlusconi: “Mi garantisci che Fi non farà strani patti?”

Alessandro di Matteo

Atto finale il 20 agosto
Dall’altra parte invece c’è un variegato fronte guidato dai Cinque stelle che, diversamente da Salvini, vorrebbe celebrare una cerimonia con tanto di banda e commemorazioni funebri; per cui puntano i piedi per prendersi una settimana in più. Ciò permetterebbe ai tanti onorevoli in vacanza di rientrare nella Capitale assolata, senza rischiare l’oltraggio di un Parlamento mezzo vuoto. Ma ritardando il dibattito, e dunque le elezioni, non si rischierebbe di rendere inevitabile l’aumento dell’Iva? «Una settimana in più purtroppo non cambia nulla», rispondono i Cinque stelle, «la colpa sarà comunque di Salvini che ha aperto la crisi». Questo scontro sulle date verrà risolto lunedì dai capigruppo del Senato e martedì da quelli della Camera, appositamente convocati dai rispettivi presidenti. La previsione è che la spunteranno i Cinque stelle, con l’aiuto del Pd. Dunque l’atto finale del governo andrà in scena tra il 20 e il 21 agosto. Conte constaterà che non esiste più la maggioranza e a quel punto si dimetterà, senza nemmeno bisogno che venga votata la sfiducia nei suoi confronti, spalancando la strada a elezioni presumibilmente il 27 ottobre. Sempre tutto già scritto. Eppure, l’accanimento con cui i due fronti si stanno scornando induce al sospetto: vuoi vedere che sotto c’è altro?

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.