Caos governo, Pd: “Conte venga in aula”. Polemica sulla linea in Senato. Zanda e Calenda: “Bisognava uscire”

Tav, no del Senato alla mozione M5S ma il governo si spacca. Lega: “Ci saranno conseguenze”. E si rincorrono voci di crisi

di GIOVANNA CASADIO e ANNALISA CUZZOCREA
Il Pd al Senato ha tenuto la linea emersa nelle ultime ore: votare le mozioni favorevoli all’opera e bocciare quella dei 5Stelle. Il senatore e tesoriere del partito, Luigi Zanda, dopo la conclusione del voto, dice: “Sono a favore della Tav ma ho votato per disciplina del gruppo, perché politicamente sarebbe stato molto più utile uscire dall’Aula”. E ancora: “Uscire poteva aiutare a fare emergere con più forza l’incompatibilità ormai conclamata tra Lega e M5s: c’erano ministri della Lega da una parte e M5s dall’altra. Ma sarebbe stato utile uscire anche per noi perché non mi è piaciuto vedere il voto Pd accostato a Lega, Fi e Fdi”.

Una posizione, quella di Zanda – esponente democratico vicino al segretario Zingaretti – espressa anche da Carlo Calenda che stamattina è tornato all’attacco su Twitter esprimendo dissenso rispetto alla scelta di restare in aula.

Critiche che riflettono la divergenza emersa già nei giorni scorsi. Il segretario Zingaretti avrebbe voluto far esplodere ancor più il contrasto all’interno della maggioranza con la scelta dell’astensione. Gli uomini più vicini al Nazareno, come Zanda e Misiani, hanno sostenuto questa linea anche in assemblea ma i gruppi parlamentari sono, soprattutto al Senato, a maggioranza renziana. E la scelta fatta dal segretario è stata quella dell’unità del partito in questo momento convulso per il governo. Rispettando l’autonomia del gruppo. Intanto circolano le voci più diverse, anche sulla scelta della linea al Senato. I più maliziosi affermano anche che è stato solo con il ritorno di Renzi dagli Stati Uniti che è stata definita la strategia da adottare in aula.

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