Otto ore di battaglia sulla riforma della giustizia che passa “salvo intese”. Scontro sulla prescrizione

È passata la mezzanotte. Dopo otto ore di battaglia sulla giustizia, il ministro Alfonso Bonafede lascia palazzo Chigi con aria distrutta e arrabbiata come non mai. La stanchezza è tale che davanti alle telecamere comunica che la riforma sul processo penale non è stata approvata. La confusione, in questa giornata di lotta tra i gialloverdi, ha preso il sopravvento. Il titolare di via Arenula torna indietro e precisa: “La riforma è stata approvata. Sul processo civile e sul Csm l’accordo c’è. La riforma del processo penale è passata salvo intese”, un escamotage giuridico che sbugiarda la pochezza dei contenuti e la spaccatura nel governo, ma che consente ai 5Stelle di dire che la riforma è passata mentre la Lega può vantare di averla bloccata.

Per quale ragione la Lega ha fatto muro dopo che dai tecnici era arrivato un sostanziali via libera? Non vorrei – dice Bonafede rivolgendosi alla Lega – che il vero problema fosse la prescrizione”. Attorno a questo non detto è ruotata l’intera giornata con Matteo Salvini che urla “noi siamo per uno stato di diritto”.

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