La Tav diventa una pagliacciata

In un paese normale, ce ne sarebbe già abbastanza per far scorrere i titoli di coda su una legislatura che va avanti senza un vero perché. E invece già si intuisce quale sarà la prossima inutile pagliacciata, che andrà in scena, con grande passione, quando il Senato la prossima settimana sarà impegnato a discutere le mozioni sulla Tav. Attenzione: le mozioni non “vincolano” il Governo, perché l’opera si farà come ha ben spiegato il premier. Il che rende il tutto piuttosto inutile. Ma, nell’intenzione dei 5 stelle, dovrebbero servire a “coprire” l’ennesima Caporetto identitaria. Per la serie: noi in Parlamento ci siamo espressi contro l’opera, l’ha votata il partito degli affari e del cemento, quindi non abbiamo perso la purezza. Ragionamento assai debole quando il presidente del Consiglio ha già chiuso il dibattito, ma nell’era in cui la Comunicazione è l’unico Dio, la mossa è pensata quantomeno per ridurre il danno e salvare l’apparenza, quando tutto è perso, compreso l’onore.

Bene, queste le premesse. Adesso uno spettacolo già di per sé piuttosto singolare, diventa davvero incredibile. Perché la Lega fa sapere che non presenterà una sua mozione a favore della Tav. Si sottrae cioè al gioco, visto che non serve a niente, questa la motivazione. E fa sapere che voterà “contro” le mozioni “no Tav” dell’alleato, mentre si asterrà su quelle “pro Tav” delle opposizioni.

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