Fondi russi alla Lega, le due smentite a Salvini sul ruolo di Savoini
di Fiorenza Sarzanini – fsarzanini@corriere.it
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Sono due le smentite alla versione ufficiale fornita sul «caso Russia» dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. La più clamorosa è certamente quella consegnata al Parlamento dal premier Giuseppe Conte. Ma quanto emerge dall’inchiesta avviata a Milano potrebbe portare a sviluppi determinanti per le indagini. Perché entrambe riguardano Gianluca Savoini, l’ex portavoce di Salvini che il 18 ottobre scorso è stato registrato nella hall dell’Hotel Metropol di Mosca mentre trattava con tre russi — al fianco dei due italiani Gianluca Meranda e Francesco Vannucci — una fornitura di carburante con relativo finanziamento per il Carroccio da 65 milioni di dollari. E perché dimostrano che le prese di distanza da parte del titolare del Viminale erano false.
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