Il governo non regge più: ko alla Camera sulla giustizia

Massimiliano Scafi

Sempre elegante, sorridente, ben pettinato, Giuseppe Conte ci prova a dare di sé all’estero l’immagine di un capo di governo.

Spiega alla Commissione che non c’è nessun bisogno di aprire la procedura d’infrazione per debito eccessivo. «I conti pubblici migliorano, abbiamo fiducia nelle nostre politiche». Prova a inserirsi nel super risiko delle nomine: «Vogliamo un portafoglio economico». Dice la sua sul futuro presidente Ue, «mi piacerebbe una donna», quando gli altri leader hanno già virato verso la tedesca Ursula von der Leyen. Ma all’improvviso basta una dichiarazione di Matteo Salvini dalla Calabria per far franare il tentativo di spacciarsi per statista e premier saldo sulla sua poltrona: «Non possono decidere tutto Merkel e Macron». E il governo è sempre più in bilico. Infatti nel pomeriggio alla Camera la maggioranza va sotto sulla riforma del codice penale.

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