Sea Watch, indagata la capitana

“Non posso commentare le voci che dicono che la procura di Agrigento mi ha indagata per favoreggiamento dell’immigrazione illegale. Vedremo – aveva commentato questa mattina la capitana in collegamento con la sala della stampa estera non appena era stata iscritta nel registro degli indagati -. Abbiamo infranto la legge in Libia c’è la guerra civile non è un porto sicuro. Sono certa che le corti italiane riconosceranno che la sicurezza delle persone è più importante dei confini nazionali”.

E mentre l’eroina della sinistra finisce nei guai, sembra che sia stato raggiunto un accordo europeo per far sbarcare i 40 migranti a bordo della Sea Watch 3. Fonti della Farnesina, infatti, hanno confermato che a seguito del lavoro svolto su istruzione del ministro degli esteri, Enzo Moavero Milanesi, in stretta correlazione con la Commissione europea, Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e Fonalndia sono disponibili ad accogliere i migranti imbarcati sulla nave Sea Watch. Ma l’Olanda si sfila bellamente fuori, facendo infuriare il minsitro dell’Interno Salvini: “Trovo vergognoso il loro comportamento”.

Ma quando sembra essere raggiunto un accordo la portavoce della Commissione Europea, Natasha Bertaud, spiega che la redistribuzione ci sarà solo dopo lo sbarco. Sulla Sea Watch lo “sforzo solidarietà” con la ridistribuzione dei migranti a bordo tra gli Stati membri Ue “può essere messo in atto solo se e quando lo sbarco sarà permesso”. “Abbiamo visto le dichiarazioni sia del ministro dell’Interno sia del primo ministro – dice -. Stiamo facendo il massimo per sostenere gli Stati membri per fornire solidarietà alle persone a bordo. Abbiamo alcune notizie positive dagli Stati membri” che hanno dato la disponibilità a accogliere i migranti a bordo, ha ripetuto la portavoce. Tuttavia “non sono in grado di dare dettagli” perché “intensi contatti sono ancora in corso con gli Stati membri. Un trasbordo in mare da nave a nave, senza approdare a Lampedusa non è un’opzione che stiamo esplorando. Non sta alla Commissione designare il porto di sbarco, ma noi possiamo aiutare solo una volta che le persone sono sbarcate”.

Il braccio di ferro continua.

IL GIORNALE

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