Governo accattone

Alessandro Sallusti

Doveva essere il governo che finalmente le avrebbe cantate all’Europa di santa ragione, perché noi, o meglio loro, sono «padroni in casa nostra» e chi se ne frega del resto.

Bene, al dunque hanno calato le braghe come neppure Monti, Letta e Renzi messi insieme avevano fatto. L’immagine del premier Conte stravolto e impaurito in viso dopo una notte passata in bianco a pietire udienza e aiuto agli altri Paesi europei riuniti in un vertice non stop la dice più lunga di qualsiasi discorso.

I nostri nonni per definire bulli e spacconi usavano un detto molto colorito ed efficacia: «La sera leoni, la mattina cogl…». Ecco, per Conte e il suo governo è arrivata l’alba da cogl… dopo una lunga notte, durata un anno, passata a sbronzarsi di parole, annunci, proclami e minacce. Se ci salveremo dalla procedura di infrazione, anticamera del commissariamento dei nostri conti, a questo punto non sarà certo per il merito di chi ci governa, ma per la magnanimità dei nostri partner, che avranno il loro buon tornaconto a chiudere gli occhi sulle magagne italiche.

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