Mai così lontani

La war room di Di Maio l’ha visto come un attacco al cuore della sua leadership. Perché crea il terreno perfetto per l’incidente con Matteo Salvini, cosa che il vicepremier vuole a tutti i costi evitare: “Vuole farci tornare al voto, sostituire Luigi e fare il capo dell’opposizione”. La rabbia è legata anche al timing: “Oggi fa questa intervista in cui cerca di riparare, ma perché le stesse cose non le ha dette due, tre mesi fa?”. Le accuse sono pesantissime, il clima di sospetto irrespirabile. Dentro ci sono i sospetti di un mero interesse personale, sganciato da cordate, giochi di potere, trame complesse. Sentite qua un colonnello pentastellato: “Il suo rapporto con Paragone? Non sarebbe la prima volta che tradisce. Ognuno ha gli amici che si sceglie”.

Di Battista dal canto suo prova a fare il pompiere. Chi ci ha parlato lo racconta affranto: “Dico le stesse cose da sempre, non capisco questi attacchi”. L’intervista che doveva essere condotta da Gianroberto Casaleggio si è trasformata in una semplice presentazione del libro, smorzata, tenuta bassa, diluita. Il figlio del fondatore si è sentito costantemente con Di Maio. Non pensava che un evento ritenuto tutto sommato minore si sarebbe trasformato in qualcosa di così pesante. Gli uomini del leader spiegano che non c’è nessun timore che Casaleggio sia parte di un disegno più grande: “Non è un caso che il post sia uscito dopo l’evento”.

Ma il tentativo di Di Battista, che ha provato a disperdere i sospetti di voler indebolire il suo capo politico, è sostanzialmente fallito quando lo stesso ha rilanciato gli attacchi a Salvini confermando di fatto l’irrilevanza politica di Di Maio nel governo a trazione leghista.

“Non sono io a destabilizzare Conte, non è il mio libricino, è Salvini a farlo”, si difende Di Battista. “Il governo non cadrà per lui – risponde la war room di Di Maio – ma di certo non ci aiuta, contribuisce al caos”.

Di certo la preoccupazione principale rimane Salvini. Che continua a martellare su tasse e Europa. “Ha vinto le elezioni, ha rivendicato un ruolo di primo piano. Ha voluto la bicicletta, ora pedali, non siamo noi a dirgli di no”, spiega Di Maio ai suoi. Una partita complicata, in cui Di Battista è entrato a gamba tesa. Un intervento che Di Maio non è intenzionato a far passare alla leggera. È rottura. Per ora, per i tempi e i modi iper liquidi e iper cinetici. Se veramente andrà giù tutto, il paradigma cambierà. E probabilmente ci sarà ancora bisogno di Di Battista, che oggi, di mestiere, fa “lo scrittore”.

L’HUFFPOST

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.