Lotti, Zingaretti e Berlinguer

Lucia Annunziata

Hanno sempre avuto un acuto senso del potere, questi gigli di cui si è circondato  l’ex Premier Matteo Renzi. Un senso gagliardo, onnivoro, guappo. “Si vira su Viola, ragazzi”, “Un messaggio a Ermini va dato”: il potere come entitlement, ( lo diciamo in inglese, va, così Renzi ha un un tweet  pronto  per sfotterci)  cioè come diritto a fare quel che ti pare. Il potere come potere appunto – se ce l’hai lo usi fino in fondo, per tutto, tanto è tuo. Non ha regole, non ha limiti e soprattutto non ha padroni. 

Sarà un caso che tutto il gruppo di Matteo Renzi alla fine si è sempre trovato impigliato dentro il labile confine fra uso pubblico e uso privato della propria influenza , fra mestieri dei padri – Boschi, Lotti, Renzi, in banca, in editoria, in contratti pubblici – e la fortuna dei figli? Storie di contratti e contatti, di scambi materiali con la immateriale moneta dell’influenza politica. 

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