Mario Draghi ricarica il bazooka

Il rallentamento della crescita nel secondo e terzo trimestre, i rischi derivanti dalla guerra commerciale e dalla corsa al protezionismo. E soprattutto il tasso di inflazione ancora lontano dall’obiettivo statuario (vicino ma al di sotto del 2%), dopo il drastico e inaspettato calo di maggio all′1,2% dall′1,7 di aprile. Mario Draghi apre la conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio direttivo riunitosi a Vilnius lanciando, come da attese, il nuovo programma di maxi-prestiti T-ltro alle banche e rinviando di altri sei mesi un ritocco dei tassi, inizialmente previsto a fine 2019 e ora posticipato a metà 2020. Tuttavia, ed è la prima novità, non è affatto scontato che “ritocco” voglia dire “rialzo”, almeno per quanto riguarda i depositi. Ma la seconda novità è il riferimento fatto durante la riunione del Consiglio Bce, per la prima volta in maniera esplicita, alla possibilità di un nuovo programma di Quantitative easing, come quello del marzo 2015 e terminato a fine 2018 con l’acquisto di 2.600 miliardi di titoli dell’Eurozona.  “Diversi membri hanno sollevato la possibilità di ridurre i tassi, altri la possibilità di riavviare il programma di acquisto titoli”.

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