La strategia M5s anti-Lega: “scippare” il tema sicurezza

Giuseppe Marino

La campagna pentastellata è iniziata da settimane, da quando Di Maio ha parlato di una «Grand strategy» sulla sicurezza.

Un’uscita che aveva fatto inviperire Salvini. L’occasione allora era lo sventato attentato sullo scuolabus a San Donato milanese. Da allora l’M5s non ha perso occasione di stuzzicare il ministro dell’Interno e la Lega. Dichiarazioni di esponenti M5s sono arrivate puntuali a ogni notizia di cronaca. Per dare la colpa al Viminale se si trattava della notizia di un grave fatto di cronaca. Per prendersi il merito in caso di riuscite operazioni di polizia.

Ieri, ad esempio, dopo il blitz contro i Casamonica non è mancata una nota dei pentastellati della Commissione antimafia, il cui presidente è il grillino Nicola Morra: «In questa lotta senza quartiere (contro le mafie, ndr.) anche la Bicamerale che rappresentiamo è in prima linea». In occasione dell’omicidio del carabiniere a Cagnano Varano, a battere un colpo era stato il capogruppo M5s alla Camera Francesco D’Uva, intervenuto via Twitter: «GRAVISSIMO quello che è successo a #Foggia. Serve una risposta immediata da parte dello Stato».

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