Ma Notre Dame non può morire

di Aldo Cazzullo

Quelli che ardono in tv e sugli smartphone sono legni e metalli; non è Notre Dame. Possono crollare pietre che saranno ricostruite; non può morire un simbolo, una fede, una nazione. Quando un popolo non sa più chi è, quando un Paese non conosce più la propria missione nella storia, quando una nazione antica, forse vecchia, dubita del proprio ruolo nel mondo, anche una tragedia può servire a scuoterla. Quando Victor Hugo scrisse «Notre-Dame de Paris», la Cattedrale non era forse ridotta molto meglio di come la lasceranno le fiamme divampate ieri tra le lacrime dei fedeli e lo sgomento dei turisti. I rivoluzionari l’avevano devastata e vagheggiavano di farne il tempio della Dea Ragione, o una cava di pietra. Le statue della facciata erano state abbattute, perché agli occhi dei giacobini non raffiguravano i re di Giudea ma i monarchi dell’Antico Regime.

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