Ora anche il governo fa i conti con la crisi: sempre più disoccupati

Gian Maria De Francesco

Tanta spesa, zero risultati. Il Def 2019 certifica il fallimento delle due misure cardine del governo gialloverde: reddito di cittadinanza e quota 100.

L’effetto negativo (sulle finanze pubbliche) non viene certificato esclusivamente dalla previsione di crescita del Pil, ormai ridotta allo 0,1%, aumentato di un altro decimale da Sblocca cantieri e dl Crescita, ma soprattutto dalle tabelle relative alla progressione del tasso di disoccupazione. Dal 10,6% del 2018, infatti, si passa all’11% quest’anno e all’11,1% nel 2020 per tornare al 10,7% nei dodici mesi successivi. Anche considerando gli effetti del sussidio grillino il quadro resta sostanzialmente immutato perché si passa al 10,5% con la promessa di un mirabolante 9,6% nel 2020. Stesso andamento per il tasso di occupazione che nel 2019 è visto in leggero calo (-0,1%).

Non è una sorpresa in senso stretto. Il reddito di cittadinanza, spingendo oltre 1,5 milioni di persone, a dichiarare di non avere un lavoro e ad attivarsi per trovarlo, fa aumentare la disoccupazione prelevando dal bacino degli inattivi. Quello che non era previsto è il risultato modesto. Nel Def si scrive, infatti, che il tasso di occupazione nel 2022, «risulterebbe maggiore di 1,1 punti percentuali rispetto ai livelli dello scenario base, con un numero maggiore di occupati pari a circa 260mila unità», cifra definita «troppo ottimistica» in una nota a piè di pagina poiché anche i posti liberati da quota 100 potrebbero non essere integralmente coperti.

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