La difficile ricerca del centro perduto
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I sistemi politici maggioritari funzionano al meglio quando in essi prevale una dinamica bipolare (destra contro sinistra). I sistemi politici di tipo proporzionale, invece, hanno bisogno — soprattutto quando sono molto intense le contrapposizioni ideologiche — di un partito di centro, o un raggruppamento di partiti di centro, in grado di assicurare stabilità tenendo a bada le formazioni estremiste. Dopo un lungo viaggio nei territori del maggioritario, durato per oltre vent’anni, l’Italia è tornata, come nel gioco dell’Oca, alla casella di partenza. Abbiamo oggi, a livello nazionale,
un sistema elettorale formalmente misto (incentiva gli apparentamenti nei residui, sopravvissuti, collegi uninominali) nel quale, però, la logica prevalente è proporzionale. Come nell’epoca, detta della Prima Repubblica, che va
dal 1948 ai primi anni Novanta del secolo scorso. Ma c’è una fondamentale differenza: allora esisteva il partito di centro (la Democrazia cristiana)
o un raggruppamento di partiti di centro (Dc più alleati) mentre, al momento, un siffatto partito/raggruppamento manca all’appello.
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