Il piano Di Maio: il Tesoro alla Lega per far fuori Tria

ilario lombardo roma

Il M5S ha appeso sul bavero di Giovanni Tria una data di scadenza: 26 maggio 2019. E’ il giorno delle elezioni, il giorno in cui tutto nel governo potrebbe cambiare. Rapporti di forza, leadership, priorità, uomini. Senza troppo girarci intorno, è da un po’ di settimane che Luigi Di Maio pensa a cosa succederà se le urne certificheranno il capovolgimento dei sondaggi: il crollo dei 5 Stelle e l’exploit leghista. Ci pensa da quando lo scenario di finire sotto il 20 per cento da possibile è diventato probabile. Costretto a fidarsi di Matteo Salvini e delle sue rassicurazioni sulla tenuta del governo, il capo politico ha pronto comunque un piano qualora il leader volesse cedere alle tentazioni del voto anticipato per prendersi Palazzo Chigi. In questo piano alcuni ministri sono sacrificabili agli di occhi di Di Maio. E nelle ultime ore uno lo è diventato più degli altri.

Ma i suoi uomini raccontano di sfoghi ben più agitati: «Il giorno dopo il voto se Salvini vuole si può anche prendere il Tesoro. Scegliesse lui chi mandarci. Almeno così ci leviamo Tria di torno». È questo il senso dell’offerta che i 5 Stelle sono pronti a fare a Salvini. Tutto pur di tenere in piedi il governo.

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