Il nuovo Nazareno con Maurizio Landini
Landini al posto di Berlusconi che all’epoca fu accolto in nome di “una profonda sintonia sulle riforme” sotto le foto di Enrico Berlinguer. Il Nazareno, sinonimo finora di uno dei più ambigui patti di potere della Repubblica, che torna a tingersi un po’ di rosso. I sindacati, grandi avversari della cosiddetta “modernità” in epoca renziana, che tornano interlocutori – certo non gli unici, ma interlocutori – per dare idee e gambe a un progetto di alternativa, in nome di un’altra idea di società. Conta, innanzitutto, l’immagine con la sua potenza evocativa di cesura netta rispetto al passato. E il tentativo di un recupero di quella “connessione sentimentale” rotta nella società italiana in questi anni di grande disarmo rispetto a un patrimonio di culture e sedimentazioni profonde.
È tutto qui il senso dell’incontro di Zingaretti con Cgil-Cisl-Uil. Il primo, non l’ultimo, come si dice in questi casi “l’avvio di un confronto”. È il tentativo di dare sostanza a un cambio di “paradigma”. Dal metodo del conflitto, inteso come ossessiva ricerca del nemico, esterno ed interno – “noi e i barbari” fuori, “noi e vecchi orpelli della sinistra” – al tentativo di ricollocare il Pd nel cuore della società italiana attraverso la cultura del “patto”. Patto col lavoro, con l’impresa – prossima settimana al Nazareno ci sarà l’incontro con Confindustria e le altre associazioni – col Pd che prende l’iniziativa di incontrarli.
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