May ancora battuta. Su Londra l’incubo di una Brexit al buio

alessandra rizzo londra

Doveva essere l’«Indipendence Day», il giorno della liberazione dall’Unione europea; è stato il giorno del fallimento, ennesimo e forse definitivo, della strategia di Theresa May per la Brexit. Il Parlamento ha bocciato per la terza volta l’accordo di uscita negoziato dalla premier britannica con Bruxelles. Una decisione che getta il Regno Unito in una crisi ancora più profonda e che potrebbe portare ad un ulteriore rinvio della Brexit o addirittura ad elezioni anticipate, viste da molti come l’unico modo per superare l’impasse. Resta sul tavolo il rischio di uscita senza accordo il 12 aprile, il nuovo termine imposto dalla Ue.

Mentre i Comuni tenevano la riunione straordinaria per votare, di fronte al parlamento si sono riuniti migliaia di manifestanti per chiedere la «Brexit, adesso» e dire «bye bye alla Ue». Ma a quasi tre anni dal referendum, devono aspettare ancora. L’appello di May, non solo ai ribelli del suo partito, ma anche all’opposizione laburista, è rimasto inascoltato. «É l’ultima opportunità per garantire la Brexit», aveva detto. È finita 344 voti contrari contro 286, uno scarto di 58 deputati. Una sconfitta minore delle batoste precedenti, ma pur sempre sconfitta.

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