Parte da Verona l’assalto alla legge 194: “L’aborto è omicidio”

davide lessi inviato a verona

«Benvenuti eroi della famiglia», recita la scritta all’ingresso. Ma di famiglie “tradizionali”, nella prima giornata del Congresso, se ne vedono ben poche. Bambini quasi nessuno. Al palazzo della Gran Guardia, quello che si affaccia su piazza Bra e l’Arena, c’è un via vai infinito di relatori dell’Est Europa, preti ucraini ortodossi, dichiarazioni, ospiti a sorpresa. Più che la festa delle famiglie sembra una fiera, patinata. Sorrisi, strette di mano, abbracci.

È un popolo che si ritrova. E vuole far sentire la sua voce. «Sì, l’aborto è un delitto», dice Elena Pisani, 36 anni e madre di due bimbi. È arrivata con il marito da Brescia e vuole denunciare «il vento abortista» che si respira nella sua città. «Viene inculcato alle ragazzine fin da piccole: non si insegna più l’amore, ma quale pillola prendere per evitare la gravidanza». Giovanna, 48 anni, imprenditrice e madre di tre ragazzi, rilancia: «II problema della 194 è che viene applicata solo in una parte, quella legata all’aborto. E non si tutela invece la vita del concepito». Un’altra Giovanna se ne va mano per mano con Daniele: sposati da 43 anni, hanno sei figli e professano la contraccezione naturale: «L’aborto resta una scelta, ma è da evitare. Non può essere l’unica».

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