Salvini medita lo strappo e lavora al polo sovranista

Adalberto Signore

Gli indicatori economici continuano a traballare come non succedeva da anni. E ieri anche il Centro studi di Confindustria ha certificato che il 2019 sarà un anno a «crescita zero».

D’altra parte, al ministero dell’Economia il dato è noto da tempo, tanto che i tecnici del Mef vanno mettendo le mani avanti in vista della prossima manovra che, ad essere ottimisti, sarà da almeno 40 miliardi. Per il governo che se ne dovrà far carico, insomma, un vero e proprio disastro in termini di consensi.

Eppure, nonostante le nubi neanche troppo all’orizzonte visto che il Def dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri ed inviato a Bruxelles entro il 10 aprile, Matteo Salvini continua a giocare all’attacco. Se il suo collega vicepremier Luigi Di Maio dice che «le preoccupazioni delle imprese sono anche quelle del governo», il leader della Lega liquida i dati che arrivano dalla Confindustria con un laconico «gufi». E ancora: «In passato hanno sempre cannato, sono previsioni che verranno clamorosamente smentite dai fatti». I toni del ministro dell’Interno, insomma, continuano ad essere quelli della campagna elettorale permanente che ormai viviamo dal giorno in cui, lo scorso giugno, si insediò il governo gialloverde.

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