Pensioni, da aprile 2019 la nuova perequazione. Tagli per 5,6 milioni di assegni. A giugno il conguaglio

I cambiamenti tra vecchio e nuovo meccanismo di adeguamento all’inflazione riguardano solo le pensioni superiori a tre volte il minimo; anche il precedente sistema, infatti, per quelle inferiori prevedeva la perequazione al 100%. Gli assegni che sono stati ricalcolati sono circa 5,6 milioni, dice l’Inps. Poiché le nuove regole sono meno generose, ci sarà un taglio degli importi. «Per circa 2,6 milioni delle posizioni interessate – dice l’istituto – la variazione media mensile dell’importo risulta di 28 centesimi» in meno. Per le pensioni più alte, la riduzione sarà ovviamente maggiore. Per esempio, chi prende 3mila euro al mese subirà un taglio di circa 13 euro, chi ne prende 5mila ci rimetterà una trentina di euro. L’Inps avverte anche che dovrà recuperare con un conguaglio le maggiori somme corrisposte nei primi tre mesi dell’anno perché il nuovo sistema decorre dal primo gennaio 2019. Ma non specifica quando avverrà il recupero, limitandosi a dire «nei mesi successivi». Probabilmente il conguaglio, che sarà quello che maggiormente avvertiranno i pensionati (contenendo la somma del taglio di tre mesi più quello applicato nel mese in corso) verrà chiesto con l’assegno di giugno, cioè dopo le elezioni europee di maggio.

Pensioni d’oro

A questo sacrificio, se ne aggiungerà un altro per i titolari delle cosiddette pensioni d’oro, che dovranno subire anche il conguaglio sul contributo di solidarietà, stabilito sempre dalla legge di Bilancio, che colpisce, ancora con decorrenza primo gennaio 2019, la parte degli assegni superiore a 100mila euro lordi, con un prelievo crescente per fasce di importo: dal 15% fino al 40% per le somme maggiori di 500mila euro lordi l’anno.

CORRIERE.IT

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