Torna l’ora legale, gli effetti sul nostro organismo: come affrontare il cambiamento


L’ora legale è da tempo oggetto di studio da parte dei ricercatori per comprendere meglio gli effetti che può avere sul nostro organismo. Alcune ricerche, pubblicate su prestigiose riviste – ad esempio un articolo su The New England Journal of Medicine e una ricerca su The British Medical Journal – mettono in luce l’aumento statistico del rischio di infarto il lunedì successivo all’avvento dell’ora legale, un dato che accende l’attenzione sulla necessità di un maggiore intervento da parte degli operatori sanitari in questa giornata.

“Bisogna minimizzare qualsiasi allarme che colleghi l’ora legale con la probabilità di avere un infarto e altri eventi cardiovascolari gravi – sottolinea Filippo Crea, direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari al Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma – tali problemi, infatti, si presentano in soggetti che hanno già un elevato rischio di partenza. In altre parole, lo stress associato al cambiamento d’orario può anticipare l’insorgenza di un evento cardiaco importante che si sarebbe comunque manifestato subito dopo, nei giorni successivi al lunedì”.

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Cambia il bioritmo

Dunque la prima regola è quella di evitare allarmismi. Tuttavia l’ingresso dell’ora legale rappresenta comunque un’alterazione delle nostre abitudini, in particolare del bioritmo, come spiega Gianluca Rossato, direttore del Centro di Medicina del sonno dell’Unità operativa di neurologia del Sacro Cuore don Calabria Negrar di Verona. “Questo perché il nostro cervello, dunque il nostro corpo, è tarato naturalmente su un certo orario e ha bisogno di qualche giorno per adattarsi al cambiamento”, sottolinea l’esperto. “In certi casi si accumulano anche due ore di sfasamento nel ritmo sonno-veglia. Questo sfasamento può avere effetti negativi in termini di aumento dello stress e riduzione della performance cognitiva, con minore attenzione e concentrazione nei giorni seguenti all’ingresso dell’ora legale”.

Tutti i consigli per affrontare al meglio il cambiamento

Ma è possibile adottare alcune misure per minimizzare il malessere dovuto a questo jet lag. “Un esempio valido è rappresentato dalla scelta di alzarsi alla stessa ora, e non un’ora più tardi, la domenica mattina (cioè sempre alle 9, se la domenica ci si alza a quest’ora, che in realtà sarebbero le 8) – spiega Rossato – e di organizzare in questa giornata una gita fuori porta o un’attività all’aria aperta che richieda un certo dispendio energetico. O ancora praticare sport o attività fisica”. In questo modo si riesce ad arrivare la sera della domenica “sufficientemente stanchi” per addormentarsi all’ora usuale e ad alzarsi il lunedì pronti per affrontare la giornata di lavoro o di scuola. La domenica sera, inoltre, è bene mantenere lo stesso orario per la cena e per le altre attività quotidiane di routine. “In assenza di controindicazioni è possibile anche concedersi una cena un po’ più gustosa e abbondante, un altro elemento che può favorire il sonno anticipato”, aggiunge Rossato. “Un suggerimento importante, poi, è quello di spegnere o non utilizzare smartphone, tablet e altri dispositivi tecnologici a partire dall’ora di cena per riprenderli in mano la mattina seguente”. Questo perché il ritmo sonno-veglia è regolato dalla luce naturale e la luce blu di questi apparecchi potrebbe rendere più difficile l’addormentamento, soprattutto nel caso del passaggio all’ora legale.

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