Gentiloni: «Il Pd alternativa credibile. Si potrebbe votare già quest’anno»

Maria Teresa Meli

Per non parlare subito del Pd: onorevole Paolo Gentiloni, è vero che con la Cina ha cominciato tutto lei, come ricordano sempre gli esponenti del governo?
«Avere intense relazioni commerciali, economiche e diplomatiche con la Cina non solo è giusto, ma doveroso. Altro conto è il rischio di fughe in avanti in un momento in cui già il governo italiano appare isolato e inaffidabile a molti dei suoi alleati storici».
Lei dice che ora il Pd deve sfidare Salvini. Una «mission impossible»?
«Dico che finalmente comincia a profilarsi la possibilità di un’alternativa. E che il 26 maggio una grande lista progressista ed europeista capace può competere per il primo posto con i nazionalisti anti-europei della Lega, anche se so bene che oggi i sondaggi registrano una distanza notevole».
+Europa e Pizzarotti vi hanno detto di no.
«Avremo comunque una grande lista europeista che metterà insieme anche molti protagonisti dell’appello Siamo europei promosso da Calenda».

Voi fate affidamento sul crollo dei 5 stelle, non siete troppo ottimisti?
«Molto dipende da noi. Dalla nostra capacità di offrire un’alternativa credibile a un Paese fermo, isolato e perfino incattivito. Un Paese in cui si è affermata la leadership della Lega sul governo. Credo che questo sia un elemento di riflessione sia per quei nostri elettori che alle scorse politiche si sono astenuti — e sono la maggior parte dei consensi che abbiamo perso — sia per chi magari ha sperato nei 5 Stelle. Abbiamo sostenitori di Chavez che appoggiano la chiusura dei porti contro i migranti, abbiamo giustizialisti che votano per non procedere nei confronti di Salvini. I principi su cui si era affermata l’onda dei 5 Stelle si sono capovolti alla prova del governo».

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