Investire di più, poi il resto

di Francesco Giavazzi

Le ragioni indicate dal governo per spiegare i benefici di un accordo commerciale con la Cina — maggiore apertura del mercato cinese alle nostre esportazioni e possibilità di investimenti di Pechino in Italia — tradiscono una scarsa conoscenza della situazione macroeconomica del nostro Paese. L’Italia ha un «eccesso di risparmio» pari a circa 45 miliardi di euro l’anno. Questo vuol dire che nel 2018 le famiglie italiane hanno risparmiato circa 45 miliardi di euro più di quanti ne siano stati impiegati dalle imprese per investire e dallo Stato per finanziare il deficit pubblico. Questi 45 miliardi li abbiamo investiti all’estero acquistando imprese e attività finanziarie in altri Paesi. Insomma, poiché in qualche modo il risparmio va utilizzato, se investiamo poco in Italia significa che dobbiamo investire di più all’estero. I numeri quindi dicono che ci sono molti motivi per cui i nostri investimenti ristagnano e che la questione non è la scarsità di risparmio. Una situazione, la nostra, molto diversa, ad esempio, da quella degli Stati Uniti dove c’è un difetto, non un eccesso di risparmio: questo porta gli Usa a indebitarsi con il resto del mondo, l’anno scorso per una cifra pari a quasi 500 miliardi di dollari

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