I buchi neri del reddito grillino

Gian Maria De Francesco

Il reddito di cittadinanza varato dal governo perché fortemente voluto dai grillini dovrebbe entrare in vigore ad aprile. Ovviamente un giudizio definitivo sull’efficacia di questo sussidio – che per alcuni aspetti somiglia ad analoghe misure già sperimentate in altri Paesi europei e che per alcuni altri se ne differenzia – potrà arrivare forse dopo un anno o due di applicazione.

Ma le norme contenute nel decreto emanato nei giorni scorsi permettono già agli esperti di abbozzare previsioni e di mettere in evidenza le carenze «fisiologiche» del sussidio. Quelle cioè legate agli inevitabili problemi organizzativi connessi alla «messa a regime» di un sistema al quale dovranno concorrere istituzioni ed enti diversi. E in Italia sappiamo quanto difficile sia costringere le burocrazie pubbliche – dai ministeri alle Regioni passando per Inps, Comuni, Poste, Anpal eccetera eccetera – a mettere in comune pratiche organizzative, piattaforme telematiche, dati e informazioni. Oltre che su questi problemi, l’efficacia del reddito di cittadinanza andrà valutata anche alla luce dei vincoli di bilancio e della congiuntura economica. Ma quello che davvero conterà sarà la verifica dell’effetto che il reddito di cittadinanza provocherà sull’atteggiamento dei giovani rispetto alla ricerca di un impiego. Per questo abbiamo raccolto l’opinione di dieci esperti e addetti ai lavori su questa importante misura adottata dal governo gialloverde.

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