Di Maio e Grillo, balcone bis. Ma c’è il rischio precari a vita

Lo stesso Grillo ha tirato in ballo il cofondatore nel suo blog: «I due Elevati, uno visibile, uno invisibile, sono commossi. Grandi passi a piccoli balzi!», ha scritto postando una foto che lo ritrae abbracciato a Gianroberto Casaleggio.

Diversi i toni all’incontro di ieri tra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e il presidente del Consiglio. Il premier ha chiesto ai tre confederali un «gesto di disponibilità». Quindi la rinuncia alla manifestazione già indetta per il nove, contro la legge di Bilancio. Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

La segretaria generale della Cisl ha preso di mira un punto particolare del reddito di cittadinanza, l’obbligo di svolgere un «servizio di comunità» per otto ore settimanali. Per Furlan il rischio è che la pubblica amministrazione, in particolare gli enti locali, facciano di nuovo il pieno di precari.

Nessuno li ha citati, ma il reddito di cittadinanza rischia di ricreare una nuova nuova infornata di Lsu, i lavori socialmente utili. Misura introdotta alla fine degli anni Novanta che consiste nel fare partecipare a iniziative di pubblica utilità a tempo dei soggetti svantaggiati.

Se ne pagano ancora oggi i costi, nel senso che gli Lsu sono persone di fatto tenute fuori dal mercato del lavoro, che si sono trasformati presto in veri e propri precari della pubblica amministrazione.

Rischio maggiore, se si considera che si prevede che il Rdc andrà prevalentemente a lavoratori sottooccupati del nord, e a disoccupati di lungo corso al Sud.

Il vicepremier Di Maio l’ha definita «norma antidivano», ma il rischio è che diventi un decreto crea Lsu, disoccupati organizzati con l’impiego pubblico come unica prospettiva.

Anche il sussidio caro ai M5S, come la riforma delle pensioni del governo guidato da Giuseppe Conte, è a rischio sforamento costi. Nella relazione tecnica del decreto la platea interessata è stata ridotta all’85% degli aventi diritto, che il governo ha stimato in 1,8 milioni di famiglie. Come nel caso delle pensioni, la speranza della Ragioneria è che le adesioni siano meno del previsto.

Se su quota 100 il ministero dell’Economia ha inserito le clausole di salvaguardia, per il reddito di cittadinanza sono spuntati nuovi paletti.

Ad esempio, l’importo che sarà caricato nelle carte gestite da Poste, dovranno essere spesi, altrimenti c’è il rischio di «penalizzazioni in termini di riduzioni del beneficio, nei limiti del 10 per cento (non più l’azzeramento) del beneficio medesimo, nella mensilità successiva a quella in cui il beneficio non sia stato interamente speso». Il governo dovrà varare un decreto dove si specificherà come monitorare la spesa dei percettori del Rdc.

Un ruolo cruciale lo avrà l’obbligo di accettare lavori rima a 100 chilometri dalla residenza e d infine in tutto il territorio nazionale.

Ma è facile immaginare che le aziende non saranno in grado di assorbire tutta l’offerta di lavoro dei percettori del sussidio. A quel punto non resteranno che le otto ore al servizio della collettività. Quindi un precariato pubblico, che creerà aspettative e rivendicazioni. Che, come nel caso delle Lsu, potranno anche portare ad assunzioni, tutte a carico dello Stato.

IL GIORNALE

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