Trappole mortali

E purtroppo sono tante, in questa Italietta delle infrastrutture malate, disseminate da sud a nord. E così, preso atto del sollievo, si ripiomba subito nella profonda preoccupazione per lo stato di salute di strade, viadotti, ponti. Meglio chiudere tutto che correre sul pericolo. Ma non solo: il caso del viadotto E45 è l’ulteriore riprova della consapevolezza che viaggiamo in una rete viaria debolissima, tanto che le strade alternative diventano labirinti che si prolungano all’infinito, mettendo in ginocchio famiglie, lavoro ed economia. Altro che Belpaese industrializzato che guarda a testa alta il mercato.

Qui si rischia che l’asfalto si sbricioli sotto le ruote, che le merci non arrivino mai a destinazione, che il turismo, il nostro ‘petrolio’, non possa più muoversi in sicurezza. Più che informati, si viaggia ad alta tensione con la fiducia nella manutenzione in riserva fissa. Basti pensare che la fragilità della E45 è stata scoperta dopo che una piazzola è crollata all’improvviso nei mesi scorsi e che quei piloni mangiati dal tempo sono stati denunciati da un ex poliziotto che era andato a cercare funghi.

QN.NET

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