Manovra, il governo rivede quota 100. Per gli statali è da settembre
di ANTONIO TROISE
Roma, 28 novembre 2018 – L’obiettivo: evitare la procedura di infrazione europea. O congelarla fino a dopo le Europee. Per farlo, Lega e 5 Stelle sono anche pronti a “rimodulare” le due misure più costose della manovra economica, quota 100 e reddito di cittadinanza. I tecnici del Mef stanno ancora facendo i conti ma Di Maio e Salvini sarebbero pronti a piccoli ‘sacrifici’ pur di trovare i 3,5 miliardi necessari per far qualcosa in più in investimenti. O, se l’Ue dovesse insistere, per ridurre il deficit dal 2,4 al 2,2%.
Ma come cambierà la manovra? Per il reddito di cittadinanza si studia un avvio soft, fra marzo e aprile, quando i centri per l’impiego saranno pronti a trovare occasioni di lavoro ai disoccupati e ai giovani. Il leader dei 5 Stelle ha escluso uno slittamento ulteriore e un ridimensionamento della platea: “Non possiamo aspettare. Chi attende il reddito di cittadinanza lo avrà”. Toni diversi dal numero uno della Lega: “Le mani sul fuoco non le metto neanche per me stesso…”.
Tempi più lunghi anche per l’introduzione di quota 100 per le pensioni. In primo luogo, il meccanismo scatterà a marzo e non a gennaio. Non solo. Per portare da 7 a 5 miliardi la dote prevista dall’esecutivo con l’obiettivo di “alleggerire” la riforma Fornero, si stanno studiando meccanismi che possano frenare la fuga verso le pensioni di anzianità dei lavoratori che l’anno prossimo avranno almeno 62 anni di età e 38 di contributi. Tanto per cominciare, si agirà sul versante del pubblico impiego, dove la prima finestra utile per lasciare il lavoro sarà aperta solo a settembre.
Inoltre, non è esclusa la proroga, per tutto il 2019, del sistema che ha ‘raffreddato’ l’adeguamento delle pensioni al costo della vita. Un meccanismo che potrebbe essere accantonato solo nel 2020. Salvini non ha dubbi: “Faremo di tutto per evitare l’infrazione”. Lascia spiragli anche il Commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici: “Non sono mai stati favorevole alle sanzioni, cercheremo una soluzione comune”. Significa che la manovra dovrà registrare cambiamenti credibili e misurabili.
Nel frattempo, la procedura di infrazione continuerà a seguire il suo iter. Ieri, gli sherpa dell’Ecofin, hanno considerato “giusta” la bocciatura della Commissione. Ora, la parola passerà all’Eurogruppo, che tornerà a riunirsi il 3 e il 4 dicembre. Oggi il ministro Tria riferirà al Senato sulla legge di Bilancio. La tregua fra Roma e Bruxelles continua a mantenere lo spread inchiodato sotto quota 300 (ieri a 294) anche se la Borsa è rimasta debole. La novità è la decisione del ministero dell’Economia di ritirare le aste per i titoli a medio e lungo termine per “ampia disponibilità di cassa e ridotte esigenze di finanziamento”. Probabilmente, anche per evitare il rischio di un nuovo flop come sui Btp Italia. Mentre il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, dice sullo spread: “Il rischio di un fallimento dello Stato c’è. Piccolo, ma non più nullo come nel passato”.