Allarme Ue: meno Pil e più deficit

marco bresolin
inviato a bruxelles

Un tasso di crescita per il 2019 «nettamente inferiore» a quello stimato dal governo (che punta all’1,5%). Un livello di deficit superiore a quel 2,4% scritto dal Tesoro nella nota di aggiornamento al Def. Una deviazione dal percorso di aggiustamento strutturale «ancor più ampia» di quella messa in conto dall’esecutivo. E di conseguenza un debito pubblico che non diminuisce. Questa mattina alle 11 la Commissione europea renderà note le sue previsioni economiche autunnali e il quadro dei conti pubblici italiani sarà ancor più fosco del previsto.

Il commissario Pierre Moscovici – incaricato di presentare i numeri – ha già anticipato i contorni della situazione a Giovanni Tria durante il faccia a faccia di lunedì, poco prima dell’Eurogruppo. E lo stesso giorno anche Mario Draghi ha lanciato un chiaro avvertimento al ministro, alla luce della situazione macro-economica. La notizia del richiamo è stata diffusa ieri dalla Reuters e confermata da diverse fonti Ue: nel corso dell’Eurogruppo il presidente della Bce ha fatto notare a Tria che con un debito così alto e un tasso di crescita così basso «serve un grado di responsabilità che va oltre le regole Ue». Il problema – ha spiegato Draghi all’inquilino di via XX settembre – non è tanto la cura imposta dai parametri europei, ma lo stato di salute dei conti pubblici italiani.

Sullo stesso concetto insisterà anche Mario Centeno, che domani sarà in visita a Roma per incontrare Tria. Il ministro portoghese, presidente dell’Eurogruppo, vedrà il suo collega per parlare dei temi al centro della riforma dell’Eurozona, in vista del summit in programma a dicembre. Ma ovviamente parleranno anche della manovra italiana, che ormai è diventata a tutti gli effetti un tema di competenza dell’Eurogruppo. Anche perché il caos che si è creato sta rallentando l’iter delle riforme per il completamente dell’unione economico-monetaria. Il portoghese però non si fa facili illusioni: sa benissimo che il governo non ha alcuna intenzione di fare passi indietro, come confermato lunedì. A Bruxelles ora tutti attendono i prossimi passi formali del Tesoro.

Martedì partirà da Roma la risposta alle richieste della Commissione, dopodiché l’esecutivo Ue – sulla base delle stime economiche che verranno pubblicate oggi – farà le sue valutazioni. In ogni caso attenderà il 21 novembre per la prossima mossa: quel giorno arriverà un nuovo giudizio sulla manovra italiana, accompagnato dall’ormai scontato rapporto sul debito. Un passaggio propedeutico all’apertura di una procedura.

Del caso-Italia si è parlato anche ieri mattina durante la riunione settimanale del collegio dei commissari. Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis hanno riportato ai colleghi gli esiti del dibattito al tavolo dell’Eurogruppo. «La Commissione è lieta di avere il sostegno unanime degli Stati dell’Eurozona» ha spiegato il portavoce dell’esecutivo Ue, confermando la compattezza tra gli altri diciotto ministri dell’Eurogruppo e l’isolamento di Tria. Durante il vertice, si racconta, il ministro non ha nemmeno provato a opporsi al comunicato congiunto diffuso al termine della seduta, nel quale c’è scritto che l’Italia deve «preparare un progetto di bilancio rivisto che sia in linea con il Patto di Stabilità e Crescita». Un impegno che però non sarà mantenuto.

LA STAMPA

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