Vertice di governo sulla manovra: scontro sull’Iva, difficile la riforma della Fornero. Di Maio: “I vincoli vanno cambiati”

ROMA. È il secondo vertice di governo sulla manovra. L’ultimo prima della pausa estiva e sono tanti i nodi da affrontare per una legge di stabilità che dovrà essere di almeno 22 miliardi tra sterilizzazione dell’Iva, spese inderogabili, aumento dei tassi di interesse ed effetto della congiuntura. Al summit partecipa a sorpresa anche Matteo Salvini. Un ministro dell’Interno irritato per lo scontro con il collega degli Esteri sui migranti. Lo schema iniziale prevedeva invece solo il premier Conte, il ministro dell’Economia Tria, quello per gli Affari europei Savona. Stavolta ci sono anche Erika Stefani, responsabile degli Affari Regionali, e la titolare del Sud BarbarA Lezzi perché obiettivo della riunione è innanzitutto valutare i contributi alla spending review da parte dei ministeri. Insomma, è scattata la difficilissima caccia alle risorse.

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Un aumento parziale dell’Iva – voluto dal ministro dell’Economia Tria – viene invece escluso dai due vicepremier. La scelta viene rinviata a settembre quando lo scontro, anche interno all’esecutivo, apparirà in chiaro con Di Maio e Salvini intenzionati ad arrivare a uno scontro frontale con l’Ue. Meno chance, al momento, sembra avere la riforma della Fornero la cui assenza potrebbe essere bilanciata dalla riforma “quota 100”. Di Maio e Salvini, comunque, sembrano intenzionati a portare a casa i loro provvedimenti bandiera: reddito di cittadinanza e flat tax. Non a caso ieri il ministro dello Sviluppo, salutando prima dell’estate i suoi gruppi parlamentari, aveva detto espressamente che i soldi per il reddito di cittadinanza ci sono. E oggi, a conclusione del vertice, dice: “Per il reddito di cittadinanza, avanti a gonfie vele”. Sulla riforma della Fornero è più prudente: “Sarà nella manovra? Mi auguro di sì”. Quanto all’Iva Di Maio assicura che non aumenterà e ne approfitta per attaccare i governi precedenti:  “Clausole di salvaguardia è un termine un po’ troppo gentile. Dobbiamo ricordarci sempre che se l’Iva rischia di aumentare e con noi non aumenterà è perché quelli di prima ci hanno lasciato dei debiti: facevano dei provvedimenti senza coperture economiche che poi dovevano pagare l’anno dopo gli imprenditori aumentando l’Iva”. Dichiarazioni a parte, le vere scelte saranno fatte solo in autunno.

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