Chiara Appendino e Virginia Raggi sotto fuoco amico

In gioco c’è la tenuta del mandato di Chiara Appendino. E davanti a una maggioranza che si ribella al proprio sindaco al grido di “Qui non comanda lei”, in serata Luigi Di Maio volerà a Torino per partecipare alla riunione tra il primo cittadino e i suoi consiglieri. È qui che bisognerà decidere se ospitare – come vorrebbe Appendino – o meno le Olimpiadi. Solo due giorni fa il sindaco della città della Mole, al termine di un vertice notturno con la Giunta, ha minacciato le dimissioni quando ha visto crescere la fronda dei consiglieri contrari al ritorno in città, vent’anni dopo, dei Giochi invernali che si terranno nel 2026.

Il successo 5Stelle, registrato due anni fa, d’aver strappato alla sinistra una grande città storicamente rossa, sembra svanito nel vedere un sindaco contestato dalla sua stessa maggioranza che le ricorda come le Olimpiadi non fossero nel programma dell’amministrazione. Nelle stesse ore anche nella Capitale tira aria di guerra. Il sindaco Virginia Raggi che, come Appendino quella notte di giugno del 2016, festeggiò il successo ora è sotto attacco del fuoco amico che poi tanto amico non è stato mai. Al primo cittadino capitolino viene imputata la colpa della sconfitta alle elezioni amministrative nei due municipi in cui si è votato domenica scorsa.

A uscire allo scoperto è Roberta Lombardi, capogruppo in Regione Lazio ed candidata presidente uscita sconfitta nelle elezioni del 4 marzo: “Penso che molti nostri elettori nella Capitale non siano andati a votare perché, dopo due anni di amministrazione a 5Stelle, sono in attesa di risultati più evidenti, di un miglioramento più concreto”. E poi aggiunge: “Stiamo facendo di tutto per rianimare una città lasciata in coma da decenni di malgoverno, ruberie, inefficienze. Ma evidentemente non basta, bisogna fare di più”. Raggi minimizza: “Con Roberta nessun potere. Servono più poteri”.

Uscita indenne dalle critiche che solo le opposizioni le rivolsero, quando disse “no” alle Olimpiadi del 2020, adesso il sindaco della Capitale rischia di pagare in termini di consenso, dentro e fuori M5s, il peso di alcune falle dentro il sistema che hanno portato anche all’apertura di un’inchiesta sulla costruzione delle stadio della Roma che ha visto coinvolto il consulente grillino Luca Lanzalone. Le sconfitte sui territori, a parte Avellino e Imola, sono il risultato dei due fiori all’occhiello M5s, Roma e Torino, che non riescono a decollare soprattutto quando hanno a che fare con grandi progetti o banchi di prova, come potevano essere lo stadio o le Olimpiadi a Torino.

In questo secondo caso il tempo rimasto è poco. Ieri il sindaco di Torino, nonostante i suoi consiglieri non fossero d’accordo, ha voluto incontrare il sottosegretario allo Sport Giancarlo Giorgetti che poi non ha esitato nel dire che il sindaco di Torino “ci ha dato degli elementi come ce li ha dati Zaia, come c’è li ha dati Sala. Ma quelle sono le loro proposte poi la decisione tocca a noi e va presa entro la prossima settimana”. Le proposte della Appendino però non sono sostenute dai suoi consiglieri. Il primo cittadino ha provato a rassicurarli parlando di Giochi green, sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico. Ma solo tre consiglieri a cui in extremis se n’è aggiunto un quarto sono d’accordo. Tutto il resto dello schieramento è apertamente contro di lei. Servirà l’intervento del capo politico per fare chiarezza.

L’HUFFPOST

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