Lega-5Stelle, intesa sui ministri: Tria all’Economia, Savona alle Politiche comunitarie, Moavero agli Esteri. Confermato Conte premier

di CARMELO LOPAPA

OMA – C’è un’intesa di massima sulla spartizione dei ministeri più importanti del governo m5s-Lega. L’ultima riunione tra Salvini e Di Maio ha prodotto questo schema: all’Economia il professor Giovanni Tria, presidente della Scuola nazionale dell’amministrazione e professore ordinario di economia politica all’università di Tor Vergata; agli Esteri Moavero Milanesi; per l’economista Paolo Savona il dicastero delle Politiche comunitarie. Confermato Giuseppe Conte alla premiership, mentre resterebbe senza ministeri ma dentro la maggioranza Fratelli d’Italia. Poco fa si è aggregato alla riunione anche Conte, arrivato in treno da Firenze. Mentre Carlo Cottarelli ha lasciato Montecitorio per andare al Quirinale per un colloquio molto breve. Mentre potrebbe essere convocato Conte. Intanto fa il giro del web la foto di Conte, Salvini e Di Maio nei giardini dei gruppi a Montecitorio.

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Da stamattina si susseguono incontri, telefonate, segnali. L’ultima grana, in ordine di tempo, è stata la presenza di Fratelli d’Italia nella squadra. Con uno scontro che si è aperto tra Lega e 5 Stelle e anche all’interno del Movimento.

IL NODO FRATELLI D’ITALIA
In mattinata, alla Camera, il parlamentare M5S Carlo Sibilia aveva detto: “Se si sta al contratto, la discussione è aperta a tutti e nel governo può stare anche Fratelli d’Italia”. Ma su questo è esploso lo scontro nel Movimento. Elena Fattori, già voce critica in passato dentro i 5Stelle, ha scritto su Fb: “Il governo del cambiamento deve esser basato sulle due forze politiche scelte a gran voce dagli italiani, sennò non cambia niente”. La presa di posizione di Sibilia viene definita “assolutamente personale”. C’è una forte resistenza da parte di un’ala 5Stelle. E alla fine i vertici hanno fatto sapere che la proposta – da parte di Salvini di un ingresso di Meloni nel governo sarebbe considerata  una scusa per far saltare il tavolo. Alla fine sembra emersa una soluzione di compromesso. Ora comunque è in corso un colloquio tra Giorgetti e Meloni.

LE IPOTESI SU SAVONA
La trattativa è ripartita sulla proposta avanzata ieri sera da Di Maio. Ovvero: un esecutivo guidato dal professore Giuseppe Conte con Paolo Savona non più all’Economia. C’è chi ipotizzava un passo indietro, chi uno spostamento agli Esteri, chi alle Politiche comunitarie. Alla fine è stata questa la soluzione adottata.

I PROTAGONISTI TORNANO A ROMA
L’accelerazione è scattata stamattina con la notizia che Matteo Salvini aveva annullato gli appuntamenti elettorali in Lombardia per tornare in aereo a Roma. Era il segnale. Ed è scattata l’attesa per l’incontro con Luigi Di Maio. Prima del capo politico M5S, il segretario del Carroccio ha incontrato la leader di Fdi Giorgia Meloni che ha annullato gli impegni elettorali in Puglia. In mattinata si era diffusa anche la voce di una lezione saltata a Firenze da parte di Giuseppe Conte. Facendo pensare alla sua presenza a un vertice nella capitale. Ma il professore è solo arrivato in ritardo all’università. E ai giornalisti, che l’aspettavano ha parlato di Europa e di euro: “Mai messa in discussione la presenza dell’Italia nel sistema europeo“. Poi è effettivamente tornato a Roma. Intanto, sempre in mattinata, Mattarella  ha incontrato il presidente del Senato e ha sentito quello della Camera.

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CALENDA: “STANNO MANDANDO IL PAESE IN DEFAULT”
L’opposizione si fa sentire. Un “teatrino vergognoso fatto da apprendisti stregoni”, dice Carlo Calenda a Circo Massimo. “Io sono contrario ai governi tecnici ma il governo politico va bene se non distrugge in poche settimane i risparmi degli italiani. E non riguarda solo l’uscita volontaria dall’euro ma il mandare l’Italia in default”. L’esponente del Pd affronta anche il tema del Fronte Repubblicano: “Non può essere un’accozzaglia. Finora il Pd si è perso nelle liti interne. Io mi presenterò all’interno di quella lista, con un suo simbolo autonomo e un leader riconosciuto che è Gentiloni, non farò mai un partito”. Per Calenda le elezioni politiche che si delineano all’orizzonte, se non si dovesse arrivare a un governo M5S-Lega, “saranno come quelle del ’48”, quando l’Italia fu chiamata a decidere “se andare nel blocco comunista o restare in Occidente”.

MANIFESTAZIONE PER MATTARELLA
Il Psi ha tenuto un sit in Piazza Montecitorio. Per il segretario Nencini “Fuori dall’euro, l’Italia è nel caos. Nei giorni in cui Salvini e Di Maio discutevano del governo tenendo il paese nello stallo, sono stati bruciati 50 miliardi, tra calo in borsa e titoli di stato. Nel corso del sit-in i militanti esporranno vari cartelli tra cui uno su cui campeggerà la scritta “Fuori dall’euro? l’inferno è grigio verde”.

REP-IT

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