Ryanair, pazza idea dopo il caos voli: offerti viaggi alternativi in autobus

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA – Forse d’ora in avanti bisognerà chiamarla Ryanbus. Costretta a cancellare i voli a 750 mila passeggeri fino al febbraio prossimo per un imprevisto deficit di piloti, la Ryanair ha annunciato che offrirà “un mezzo di trasporto alternativo” per arrivare a destinazione che potrà essere “un treno, un autobus o un’auto a noleggio”. L’opzione sarà offerta nei casi in cui la compagnia irlandese non sarà in grado di sostituire il volo cancellato con un altro volo sui suoi aerei o su una delle sue sette “linee associate”.

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Ma la proposta è finita stamane sui giornali britannici come un tipico caso in cui al danno si aggiunge la beffa. “La Ryanair dice ai passeggeri: vi porteremo dove volete in bus”, ironizza in prima pagina il titolo del Daily Telegraph. Secondo il quotidiano londinese l’azienda intende offrire trasferimenti su treno, autobus o auto come soluzione globale per i voli domestici, ovvero sul territorio di Regno Unito e Irlanda, e come soluzione parziale per i voli nel resto d’Europa: un passeggero diretto a Roma, per esempio, potrebbe essere dirottato su un volo per Bergamo e da lì proseguire per Roma in treno o in bus. O anche su un’auto a noleggio, pagata dalla compagnia, che dovrebbe naturalmente guidare lui stesso.

Ryanair, pazza idea dopo il caos voli: offerti viaggi alternativi in autobus

Il ceo di Ryanair, Michael O’Leary

L’iniziativa sembra contraria alle direttive espresse dalla Civil Aviation Authority, l’agenzia governativa che controlla il settore aereo, secondo cui la Ryanair deve rimpiazzare i voli cancellati offrendo posti ai passeggeri su voli analoghi di altre linee aeree. La medesima autorità ha intimato alla Ryanair di pagare anche tutte le altre spese causate ai passeggeri dalla cancellazione dei voli, come per esempio vitto e alloggio per chi è costretto a rimanere all’estero più a lungo del previsto. E i consumatori preannunciano cause per danni.

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Provocata da stime sbagliate sulla rotazione delle ferie dei piloti, la crisi ha fatto venire alla luce una diffusa insoddisfazione tra gli equipaggi della Ryanair per salari, permessi per riposo tra un volo e l’altro e benefici durante i voli. E’ partita una raccolta di firme per minacciare uno sciopero del personale di volo. E cresce il numero dei piloti che lasciano la Ryanair per andare a lavorare per altre linee aeree. Gli esperti calcolano che la vicenda costerà milioni di euro all’azienda di Dublino, il cui vulcanico amministratore delegato Michael O’Leary, a lungo protagonista del boom che ne ha fatto l’emblema delle compagnie aeree e in generale del business a basso costo, appare in difficoltà come forse mai gli era successo prima d’ora.

Il massimo dell’imbarazzo, nella sua storia, finora era stata la proposta di far pagare i passeggeri per andare alla toilette. Ma anche offrire di portarli a destinazione in bus, per una linea che fin dal nome si definisce “aerea”, non è male.

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