Archive for Ottobre, 2020

Francia, ingorghi record a Parigi dopo il lockdown

venerdì, Ottobre 30th, 2020
Migliaia di mezzi stanno congestionando la capitale francese – Ansa /CorriereTv
Numero record di ingorghi nella regione parigina dopo il lockdown imposto dal Governo Macron. Le auto si accumulano sulla tangenziale di Parigi, alla Porte de Maillot, mentre i residenti lasciano la capitale prima di un nuovo blocco del coronavirus che entrerà in vigore a mezzanotte.
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Lockdown leggero più vicino, Italia nello scenario 4: indice Rt a 1,6

venerdì, Ottobre 30th, 2020

di Mauro Evangelisti e Alberto Gentili

L’indice di trasmissione in Italia ormai è ampiamente sopra a 1,5. Lo confermerà oggi il report settimanale della cabina di regia del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità che calcola l’indice di trasmissione, la velocità di diffusione del coronavirus. Una settimana fa eravamo a 1,5, oggi quel valore oscillerà tra 1,5 e 1,6 e questo significa che di fatto non siamo più nello scenario 3, ma nel 4, secondo la classificazione dei livelli di rischio inserite nel dossier che regola le reazioni del Paese di fronte all’avanzata del contagio. Siamo al livello massimo. Ieri la Liguria ha vietato, nei fine settimana, gli spostamenti superflui dalle 21 alle 6. Il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri: «Nessun sistema sanitario reggerebbe a questi numeri, tanto meno in Italia. Le terapie intensive non sono un problema in questo momento, ma non io sono in grado di dire se saranno sufficienti se non riusciremo ad abbassare la curva. Le Regioni da maggio potevano attuare il piano di rafforzamento. Noi ora abbiamo un grande problema di affollamento degli ospedali con l’intasamento dei pronto soccorso».

Ospedali sotto stress 

La pressione sugli ospedali – quella che Arcuri ha detto che bisogna alleggerire favorendo il tampone e l’assistenza a domicilio – non si ferma: altri 115 posti in terapia intensiva sono stati occupati da pazienti Covid (siamo a 1.651), mentre i ricoveri con sintomi sono 15.964.

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Coronavirus, Mattarella: “Crisi profonda, necessarie misure urgenti”

venerdì, Ottobre 30th, 2020

La crisi “profonda” causata dalla pandemia di coronavirus “richiede misure urgenti” per tutelare il presente e il futuro della società. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La gestione dell’emergenza deve – ha quindi aggiunto – saper aprire la strada a un progetto condiviso di crescita sostenibile e inclusiva per un Paese che torni a offrire opportunità, per un futuro dignitoso, specie alle giovani generazioni”.

Il messaggio del Capo dello Stato è arrivato in occasione della Giornata mondiale del Risparmio. Il suo invito è quello a utilizzare “le risorse rese disponibili anche in ambito europeo per gli indispensabili investimenti in infrastrutture, materiali e immateriali, riducendo i divari” sociali ed economici.

Mattarella ha poi sottolineato l’importanza e il ruolo del risparmio, “tradizionale patrimonio del nostro Paese, la cui tutela è sancita dalla Costituzione e che può concorrere alla ripartenza“. La grave situazione economica e le preoccupazioni per la diffusione dei contagi “hanno indotto un sensibile aumento del tasso di risparmio di famiglie e imprese. Queste risorse, se adeguatamente utilizzate, potranno contribuire a sostenere una rapida ripresa di consumi e investimenti, una volta domata la pandemia e ridotta l’incertezza sulle prospettive future”.

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Attentato a Nizza, l’Europa non sa difendersi e perde se stessa

venerdì, Ottobre 30th, 2020

L’incolmabile e spaventosa differenza fra la strage islamista di stamattina a Nizza e le precedenti, in Francia e non solo, è che quelle derivavano da minuziose strategie di terroristi asserragliati nelle grotte afghane o nel sedicente Stato del Profeta, questa deriva dall’incontinenza e dalla sconsideratezza verbale del presidente di una nazione, la Turchia, che solo pochi anni fa ambiva all’ingresso nell’Ue, che tuttora partecipa a organismi europei (compreso quello di tutela dei diritti umani) e che occupa un ruolo rilevante nella Nato, la più grande organizzazione di difesa internazionale.

La precipitosa e schietta condanna dell’attentato diffusa ieri dal governo di Ankara non potrà scolorire le parole spese dal presidente Recep Tayyip Erdoğan dopo la decapitazione del professore Samuel Paty, colpevole d’aver esibito a scuola le vignette blasfeme di Charlie Hebdo, e dopo la vigorosa rivendicazione di Emmanuel Macron della libertà d’espressione come caposaldo delle democrazie liberali. Erdoğan ha dato a Macron del malato di mente, del nuovo crociato, ha paragonato le condizioni di vita dei musulmani in Europa a quelle degli ebrei della Shoah, ha invitato i paesi islamici a boicottare i prodotti francesi, e alcune piazze islamiche hanno risposto dando fuoco alla bandiera della République.

Eppure nel gennaio del 2015, e lo ha ricordato qui Cesare Martinetti, Erdoğan inviò il suo primo ministro a Parigi per sfilare a fianco del presidente François Hollande, in segno di fratellanza ideale dopo la carneficina di Charlie Hebdo. A distanza di pochissimi anni c’è un’altra Turchia, che ambisce a essere il nuovo baricentro del mondo islamico, compreso quello estremista, che tiene l’Europa per il collo minacciando di spianare le strade ai profughi siriani, che allegra e indisturbata se ne va per i mari di Cipro e Grecia a cercare gas naturali, e che in casa chiude gli oppositori in galera. E gli europei, zitti.

Le pigre solidarietà offerte ieri alla Francia – prefabbricate e desolanti quelle di Roma – viaggiano parallele ai nervosismi per la disinvoltura di Charlie Hebdo, imperterrita per la sua strada, compresa l’ultima tremenda copertina su Erdoğan che solleva la gonna a una ragazza e il panorama gli ricorda Maometto. Poi un giorno parleremo di quanta responsabilità presupponga la libertà, ma è come se oggi avessimo lasciato a dei vignettisti bricconi la gestione della terapia intensiva dei nostri valori cruciali, e mentre noi seguiamo annoiati il bollettino clinico del tracollo, ci scandalizziamo dei loro modi brutali (buoni tutti a difendere il diritto di opinione quando le opinioni sono accettabili). Oggi, a quasi sei anni dal massacro, Charlie Hebdo è ospitata in un bunker dove esercita il suo diritto di stampa, di critica, di satira e di blasfemia.

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“Lockdown gettato alle ortiche. Ecco i 10 errori del governo”. Il documento di Ricolfi, Crisanti e Orsina

venerdì, Ottobre 30th, 2020

“I sacrifici degli italiani, reclusi per due mesi fra marzo e aprile, sono stati gettati alle ortiche”. “Noi pensiamo che quello che non è stato fatto fra maggio e ottobre debba assolutamente essere fatto ora”. Così inizia e così si chiude un documento redatto da 10 studiosi che lanciano una “operazione verità” ricostruendo 10 errori gravi commessi dalle istituzioni, e innanzitutto dal Governo, nella gestione dell’epidemia. Il documento è sottoscritto da Nicola Casagli, Pierluigi Contucci, Andrea Crisanti, Paolo Gasparini, Francesco Manfredi, Giovanni Orsina, Luca Ricolfi, Stefano Ruffo, Giuseppe Valditara, Claudio Zucchelli.

Dopo aver sottolineato che, alla luce della Costituzione, il coordinamento e la programmazione delle politiche di tutela della salute degli italiani erano di competenza di Conte e dei suoi ministri, il documento (disponibile su www.fondazionehume.it e www.lettera150.it) analizza i 10 dossier ritenuti strategici: tamponi di massa, scuole in sicurezza, dati epidemiologici accessibili, tracciamento, assembramenti e sanzioni, terapie intensive, distanziamento sui mezzi pubblici, vaccini antinfluenzali, medicina del territorio, Covid hotel.

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In guerra con Zaia, Andrea Crisanti si sposta a Roma (voluto da Speranza e Zingaretti)

venerdì, Ottobre 30th, 2020

di Carlo Tecce

Il metodo Veneto contro la pandemia non esiste più. E il professore Andrea Crisanti, che ne fu l’inventore, lascia pure la regione governata dal leghista Luca Zaia e il dipartimento di microbiologia e virologia che dirige all’Università di Padova.

Il professore si trasferisce allo “Spallanzani”, il centro nazionale per le malattie infettive di Roma, struttura d’eccellenza per la regione Lazio, riconosciuto come istituto di ricovero e cura a carattere scientifico e perciò finanziato dal ministero per la Salute. Crisanti ha permesso al Veneto, dove si è sviluppato il focolaio di Vo’ Euganeo, di contenere la prima fase della pandemia con un utilizzo massiccio di tamponi per scovare gli asintomatici, i super diffusori che, per un lungo periodo, hanno consentito al Covid 19 di circolare indisturbato.

Nel laboratorio di Padova, già a febbraio, si analizzavano mille tamponi al giorno, mentre nel resto d’Italia mancavano i reagenti e si interveniva con ritardo sui malati. I successi del Veneto erano i successi di Crisanti. Finché Zaia non si è immerso nella campagna elettorale e si è intestato virtù politiche e pure scientifiche . Crisanti non ha cambiato mai idea, ha professato attenzione e prevenzione anche durante l’estate delle illusioni con la politica che danzava sulla fragile riapertura e i virologici si dividevano in squadre fra ottimisti e pessimisti, apocalittici e integrati, discoteche sì e discoteche no. I fatti danno ragione al professore di Padova. 

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Lagarde lustra l’arsenale della Bce: tre messaggi per far capire ai mercati che è pronta ad agire

venerdì, Ottobre 30th, 2020

dalla nostra corrispondente Tonia Mastrobuoni

BERLINO – Sono stati tre, stavolta, i messaggi più rilevanti di Christine Lagarde. E la modalità di comunicarli nasconde un’importante novità, nella strategia della presidente della Bce. La situazione economica sta rapidamente peggiorando a causa della seconda ondata del coronavirus. Il consiglio direttivo ne è perfettamente consapevole, e ha deciso “all’unanimità” che la riunione di dicembre servirà ad annunciare “estensioni e espansioni”, insomma una “rimodulazione di tutti gli strumenti in essere per adeguarsi alla situazione e a contrastare gli effetti negativi del coronavirus, in linea con il suo impegno a reazioni asimmetriche”. La Bce, ha scandito in conferenza stampa, “c’è stata nella prima ondata della pandemia, e ci sarà nella seconda”.

E’ la prima volta che un presidente della Bce annuncia così esplicitamente che alla riunione successiva agirà, e che sta valutando di farlo su tutti gli strumenti in campo. Nella lunga storia della banca centrale europea la cosa più vicina alla definizione di una traiettoria è stata la ‘forward guidance’ introdotta da Mario Draghi. Gli esegeti più acuti del linguaggio cifrato del banchiere centrale sono sempre stati in grado di capire, con una certa approssimazione, quando la Bce avrebbe girato il timone. Ma l’annuncio così preciso è una novità.

Le indiscrezioni su una possibile estensione dell’attuale programma di acquisti di titoli da 1.350 miliardi di euro non solo sembrano confermate, ma sembrano in arrivo novità anche sulle operazioni di liquidità per le banche, i cosiddetti Tltro (“resta una fonte attraente per le banche per dare prestiti a famiglie e imprese”). E, chissà, persino sui tassi di interesse.

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Il nemico che avevamo dimenticato

venerdì, Ottobre 30th, 2020

di CESARE DE CARLO

Che anno maledetto! Tutti i nodi, i nostri errori, presunzioni, convenienze sembrano essere arrivati al pettine. E così nel pieno della pandemia, di una crisi economica e di una disoccupazione epocali, di una privazione delle nostre libertà senza precedenti dalla metà del secolo scorso, ci ritroviamo di nuovo alle prese con il terrorismo. Non un terrorismo anonimo come ci dicono le anime belle, ma un terrorismo che ci ha dichiarato la guerra santa e che va chiamato con il suo nome, terrorismo islamico o terrorismo islamista nell’accezione più morbida. E che è in casa nostra (l’accoltellatore di Nizza era un tunisino sbarcato a Lampedusa). Chi se ne ricordava? Laggiù in Medio Oriente, dopo tante gole tagliate, avevamo sconfitto l’Isis, ucciso il ‘’Califfo’’, liberato quelle popolazioni dal ricatto fondamentalista. I foreign fighters sopravvissuti, le loro spose convertite, i figli del fanatismo erano ritornati in quell’Europa che odiano e che aveva accolto i padri e i padri dei padri. Anche il tempo dei cani sciolti sembrava finito. E invece i fatti francesi ci riportano alla realtà.

Non basta combattere il terrorismo. Non bastano la prevenzione, l’Intelligence. Né tanto meno gli appelli a rispettare valori che per essere nostri non sono meno universali. Sono proprio quei valori, sono le nostre leggi laiche all’origine della predicazione ostile degli Iman radicali. I più moderati vi diranno di condannare la violenza ma anche le offese al loro profeta. Dunque, se così è, il governo francese se l’è cercata.

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Attentato Nizza, Mark Halter: “Occidente sotto attacco. Francia lasciata da sola”

venerdì, Ottobre 30th, 2020

di GIOVANNI SERAFINI

Macron è un uomo coraggioso. Peccato che l’Europa e soprattutto l’America siano assenti in questo momento in cui i cristiani e la cultura occidentale sono minacciati”. Parla Mark Halter, scrittore ebreo naturalizzato francese da molti anni residente a Parigi. Il suo ultimo libro ha un titolo premonitore: Dove stiamo andando, amici miei?.

L’attentato nella chiesa di Nizza è una vendetta di Erdogan?

“No, è una provocazione. Un gesto folle che nasce dalla pressione psicologica esercitata sugli islamisti radicali”.

Macron ha detto che la Francia non cederà mai. È giusto difendere a oltranza la laicità?

“È giustissimo. Si tratta di un atto di forza e di coerenza. Ma c’è un punto sul quale non concordo: difendere la libertà di espressione non significa per forza difendere le caricature di Maometto. Ci sono dei limiti. Credo sia un grave errore regalare a Erdogan – che è un pericoloso dittatore, ma certamente non un idiota – la possibilità di attaccare l’avversario designandolo come il Diavolo, come Satana nemico del Profeta”.

Siamo entrati nella logica delle guerre di religione?

“È lo stesso Erdogan a parlare di crociata contro l’Islam. Paragona Macron a papa Urbano II che nel 1096, dopo il concilio di Clermont, lanciò la prima crociata: 10mila uomini comandati da Goffredo di Buglione”.

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Vip col Covid, lo spettacolo continua online. Bufera sul Costanzo show: teatro affollato

venerdì, Ottobre 30th, 2020

di VIVIANA PONCHIA

È imbarazzante essere visti quando si sta male. Il Covid ha rotto anche questa consuetudine riportandoci sulla rotta del mal comune mezzo gaudio. Occhiaie, voci graffiate, letti sfatti. Niente va risparmiato. Chi di solito si racconta per professione ricava il suo quarto d’ora di celebrità dentro la pandemia esercitando un narcisismo passivo che potrebbe renderlo più simpatico. Gli altri sperano di ricavarne una lezione. Purtroppo l’elenco dei vip positivi si allunga di giorno in giorno. Tra prima e seconda ondata per fortuna stanno tutti (mediamente) bene e chi rimane fuori dalla lista sa di potere perdonare l’aggiornamento difettoso. E allora andiamo in ricognizione. Non in ordine alfabetico e nemmeno di tampone ma con uno scopo nobile: verificare se sia vero che la salute consente di godere la vita, la malattia di comprenderne meglio il significato.

La presa d’atto scontata è che non ci sono intoccabili e non è una gara a chi la spara più grossa. La Regione Lombardia prende al volo l’assist di Ibrahimovic per invitare alla prutaccante non si deve sforzare denza e l’atper entrare in partita sui social: “Il virus mi ha sfidato e io ho vinto. Ma tu non sei Zlatan, non sfidare il virus”. Andrea Bocelli, Paolo Brosio, Silvio Berlusconi, Flavio Briatore, Gabriele Salvatores, Carlo Conti, Antonio Ricci, Mara Maionchi, Gerry Scotti, il rapper Marrakash, Valentino Picone: ci sono passati in tanti, con differenti gradi di sopportazione. Incassa con classe la comparsa del virus Ornella Vanoni che a 86 anni sceglie di mostrarsi a letto con le coperte in testa: “Mi ha presa ma sto bene – scrive sui Facebook – Sono asintomatica e quindi ne uscirò prestissimo”. Nunzia De Girolamo deve avere spaventato il medico più intrepido raccontando come è cominciata: “Sentivo degli animaletti che si muovevano in tutto il corpo”. L’ex deputata imprestata alla televisione ha spiegato di essere stata contagiata dalla madre senza neanche abbracciarla: “Questa malattia è infima, si annida negli angoli più inaspettati e colpisce senza pietà. Non ero mai stata così stanca in vita mia”.

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