Archive for Agosto, 2020

Chi prende in giro il Terzo settore? Le ipocrisie e i falsi alleati

lunedì, Agosto 31st, 2020

di Ferruccio de Bortoli

A parole sono tutti d’accordo. Il capitale sociale italiano è la polizza assicurativa del Paese e il volontariato la spina dorsale della cittadinanza. Il Bene però ha due nemici: il conformismo e l’ipocrisia. E, dunque, troppi falsi alleati. Nel momento in cui Buone Notizie, dopo la pausa estiva, riprende il suo percorso, vorremmo rivolgere al governo e alla maggioranza che lo sostiene una semplice domanda. «Il futuro del Terzo Settore è tra le vostre priorità o lo state soltanto prendendo in giro con false promesse e pacche sulle spalle?». Chiediamo scusa per la brutalità del quesito ma spesso la sintesi estrema è indispensabile alla chiarezza.

Riassumiamo quello che è successo in questi mesi. La pandemia ha aperto una ferita profonda nella società, rivelato i limiti dell’assistenza pubblica e privata, mostrato la fragilità fisica e sociale delle persone più anziane, allargato l’area della povertà materiale ed educativa. Lo sforzo delle istituzioni è stato rilevante, l’insieme degli aiuti predisposti dal governo ingente – e speriamo efficace – ha interessato anche le tante associazioni del privato sociale. Ma senza l’aiuto del Terzo Settore e del volontariato le sofferenze umane sarebbero state superiori, le solitudini personali maggiormente dolorose, il costo economico ancora più devastante.

L’autunno è alle porte. La preoccupazione, per la diffusione del virus e per le sue pesanti ricadute economiche, cresce ogni giorno che passa. L’universo delle organizzazioni di volontariato è impegnato su più fronti. Molte associazioni affrontano una crisi di donazioni, indebolite dalla recessione e dalla comprensibile convergenza dei finanziamenti su ospedali e ricerca, eppure non riducono il livello del loro servizio. Si fanno in quattro. Il welfare non è solo sanità. È fatto anche di altre cure, sostegni, vicinanze, affetti. Un insieme di gesti solidali che finora ha contributo a garantire un accettabile livello di coesione. Un cuscino sociale, chiamiamolo così, a disposizione della parte più debole del Paese, degli invisibili, dei dimenticati.

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Il voto del 20 e 21 settembre: ecco come si svolgerà. La videoscheda in 2 minuti

lunedì, Agosto 31st, 2020
Giù la mascherina per farsi identificare, percorsi separati di ingresso e di uscita, voto domiciliare per chi è in isolamento. Compenso più alto per gli scrutatori dei seggi speciali Covid – Renato Benedetto /CorriereTv
Oltre al documento e alla tessera elettorale, questa volta, quando si va al seggio bisognerà ricordarsi di portare con sé anche la mascherina. È obbligatoria. E non è l’unica misura sanitaria prevista per le elezioni del 20 e 21 settembre. Vediamo le altre. Non sarà misurata la temperatura all’ingresso, la responsabilità è affidata a ciascun cittadino. Queste le raccomandazioni: non andare al seggio con febbre oltre 37,5 o con sintomi da Covid; se si è in quarantena o in isolamento oppure se si è stati in contatto con positivi negli ultimi 14 giorni. I guanti non sono necessari. L’elettore troverà, all’ingresso e in ogni seggio, il gel per igienizzare le mani. Operazione che ripeterà più volte. Prima di entrare, innanzitutto. Poi un’altra volta, prima di ricevere la scheda e la matita. Rispetto agli scrutatori, inoltre, dovrà tenere una distanza minima di un metro, seguendo i segnali. Dovrà stare invece a due metri di distanza quando gli verrà chiesto di togliere la mascherina, perché il voto è segreto sì ma bisogna pur farsi identificare. Sarà lo stesso elettore, dopo il voto, a infilare la scheda nell’urna, con la sola eccezione di quella per il Senato in Veneto e in Sardegna: in quel caso la consegnerà ai membri del seggio. Il consiglio, poi, è di disinfettare le mani anche dopo il voto.
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Istat: il Pil in Italia cala del 12,8% nel secondo trimestre, peggio delle stime | “Mai così male dal 1995”

lunedì, Agosto 31st, 2020

Nel secondo trimestre del 2020 il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito del 12,8% rispetto al trimestre precedente e del 17,7% nei confronti del secondo trimestre del 2019. Lo rileva l’Istat, precisando che si tratta del “calo peggiore dal 1995 a oggi”. La stima preliminare della variazione congiunturale del Pil, diffusa il 31 luglio 2020, era stata del -12,4% mentre quella tendenziale del -17,3%.  

La variazione acquisita per il 2020 è invece pari a -14,7%. 

L’Istat fa notare la “portata eccezionale della diminuzione del Pil nel secondo trimestre per gli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate”. E’ da tener presente comunque che il secondo trimestre 2020 ha avuto una giornata lavorativa in meno sia rispetto al trimestre precedente sia nei confronti del secondo trimestre del 2019.

A trascinare la caduta del Pil, spiega l’istituto di statistica “è stata soprattutto la domanda interna, con un apporto particolarmente negativo dei consumi privati e contributi negativi rilevanti di investimenti e variazione delle scorte. Anche la domanda estera ha fornito un apporto negativo, per la riduzione delle esportazioni più decisa di quella delle importazioni.La contrazione dell’attività produttiva si è accompagnata a una marcata riduzione dell’input di lavoro in termini di Ula e ore lavorate, mentre le posizioni lavorative hanno subito un calo meno marcato”.

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Recovery fund, conti pubblici, voto regionale e referendum: i 50 giorni terribili del governo Conte

lunedì, Agosto 31st, 2020

di Marco Rogari

Raggiunto lo storico accordo sul Recovery Fund

Il calendario

Non ci sono solo la riapertura delle scuole e l’election day del 20-21 settembre, con l’esito del referendum sulla riduzione dei parlamentari, lungo il cammino che dovrà affrontare il governo nei prossimi 50 giorni. La fitta agenda di scadenze di finanza pubblica e di appuntamenti parlamentari in agenda potrebbe favorire più di un incrocio pericoloso per il “Conte 2” e la sua maggioranza, e, forse, creare i presupposti per un ingorgo nell’attività delle Camere. Di qui al 20 ottobre il governo è chiamato a chiudere la partita sul decreto semplificazioni e sulla manovrina estiva (Dl Agosto), a predisporre la Nota di aggiornamento al Def (NaDef), a definire il Recovery fund, recependo anche le indicazioni del Parlamento, degli enti territoriali e delle associazioni di categoria, e a mettere nero su bianco la prossima legge di bilancio.

I dossier sul tavolo

Un numero elevato di dossier che corrono il serio rischio di sovrapporsi visti i tempi stretti a disposizione e che dovranno fare i conti con l’incognita del Fondo salva-Stati. Il fantasma del Mes aleggia da settimane sullo sfondo delle decisioni via via prese da Palazzo Chigi e sarà una sorta di convitato di pietra al tavolo dove verrà definita la NaDef, che certificherà lo stato di salute del Paese dopo lunghi mesi di crisi. E che, sulla base delle nuove stime di crescita, deficit e debito, traccerà le coordinate su cui dovrà navigare la manovra autunnale.Leggi anche

Primo incrocio il 1° settembre

Un primo incrocio si profila già martedì 1° settembre: in Aula al Senato è previsto l’approdo del decreto Semplificazioni (da convertire in legge entro il 14 dello stesso mese) che, alla luce dei nodi ancora da sciogliere in commissione, potrebbe slittare al giorno successivo; contemporaneamente i due rami del Parlamento daranno il via, con il lavoro congiunto delle commissioni Bilancio e Politiche della Ue, all’atteso ciclo di audizioni sull’individuazione delle priorità del Recovery fund.

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Telefonia e internet, attenti ai rincari post vacanze: ecco le tariffe e come difendersi

lunedì, Agosto 31st, 2020

di Alessandro Longo

Due euro o quattro euro in più al mese. Alcuni operatori – a cominciare da Tim e Wind 3 – non si sono fatti sfuggire nemmeno quest’agosto per preparare “rimodulazioni”, ossia rincari, che graveranno nelle prossime settimane sui propri clienti. È piena estate, questa volta siamo doppiamente distratti – dalle vacanze e dalle notizie sul virus; è facile che ci sfuggano gli avvisi degli operatori che ci comunicano i rincari sulle nostre offerte sottoscritti. Male: abbiamo come sempre solo 30 giorni, dalla comunicazione, per eventualmente rifiutare le modifiche e così ottenere la disdetta gratuita.

Wind 3

Si comincia dal 23 settembre per le offerte tutte a consumo di Wind 3. Sono offerte ossia dove l’utente paga solo quanto consuma, chiamante, sms o internet; senza canone mensile fisso. Adesso ne scatta uno da 4 euro, da intendersi come balzello fisso minimo. L’utente continua quindi a utilizzare “a consumo” l’offerta (non ci sono pacchetti di minuti o GB inclusi, insomma), agli stessi prezzi di prima: 29 centesimi al minuto senza scatto alla risposta e con tariffazione al secondo; gli SMS avranno un costo di 29 centesimi e gli MMS di 50 centesimi; 99 cent di “scatto” per ogni giorno in cui si accede a internet, con un limite di 1 GB di traffico.

Se l’utente non fa traffico o ne fa meno dell’equivalente di 4 euro, spenderà 4 euro al mese comunque. Altrimenti, avrà l’addebito per il traffico eccedente quei 4 euro di traffico obbligatori. Wind 3 comunica di aver rimodulato queste offerte “con l’obiettivo di garantire gli investimenti e continuare ad assicurare un servizio di qualità“. Per la disdetta, le modalità sono le solite: raccomandata A/R; via PEC, via servizio clienti al numero 159 o presso un punto vendita WindTre.Leggi anche

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Migranti, il sindaco di Lampedusa: “Hanno lasciato soli me e la Lamorgese”

lunedì, Agosto 31st, 2020

L’isola di cui è sindaco continua a vivere l’emergenza migranti e lui, Totò Martello, attacca ancora il governo. “Il Governo ci ha lasciati soli, a noi
e al ministro dell’Interno”, attacca Totò Martello in un’intervista a La Stampa.

“Se il Governo non è capace di fare rispettare gli accordi con la Tunisia, vado io a Tunisi a discuterne e ci vado con la mia barca”. “Se c’è un accordo con la Tunisia va fatto valere. Quando si è mai detto che un governo non affronta l’emergenza? Ci vuole il ministro degli Esteri, deve intervenire il Presidente del Consiglio. Il ministro Lamorgese sta facendo tutto quello che è in suo potere ma il Governi non pare sostenerla”.

Poi annuncia di aver chiesto un incontro al presidente della Tunisia, Saied,“per chiedergli l’applicazione degli accordi con l’Italia”.

“In questi due mesi abbiamo superato i numeri del 2011 quando c’era al governo Berlusconi e al Viminale c’era Maroni. Anche allora dicevano che non c’era emergenza, lasciando migliaia di migranti sul molo per giorni”. “L’isola scese in piazza e li mandò via, possiamo far lo stesso ora”, dice.

Della ministra Luciana Lamorgese Martello dice ancora:  “Se non la vogliono più – aggiunge – lo dicano, si prendano le loro responsabilità”.

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La politica e i migranti. Troppi sbarchi. Inutile negare l’emergenza

lunedì, Agosto 31st, 2020

di GABRIELE CANE’

Eppure, tra i blocchi navali e i blocchi mentali ci deve essere una via di mezzo. Invece, con l’immigrazione, almeno in Italia, pare che questo non sia possibile. Così, siamo passati dai muscoli di Salvini, che comunque un qualche risultato lo hanno dato, alla quasi rimozione della ministra Lamorgese e del governo Conte, premier compreso: non c’è nessuna emergenza. Esattamente quello che non pensano il sindaco di Lampedusa e tanti sindaci siciliani che tengono lontani dalla loro coste persino le navi quarantena. E probabilmente non sono i soli a vederla in questo modo, visto che nei Paesi si entra dalle frontiere con i documenti in mano, e non dai gommoni senza i documenti gettati preventivamente in mare per risultare tutti esuli dalla martoriata Libia o dalla Tunisia alla fame. A questo si aggiunga un dettaglio non indifferente: che da alcuni mesi il problema si è sdoppiato, diventando un paio di problemi. Quello della “normale” immigrazione irregolare, per di più calata nell’emergenza Covid. Fatta a sua volta di due aspetti. Uno economico: se già prima non brillavamo per crescita del pil e opportunità occupazionali, figuriamoci adesso che stiamo contando la perdita di migliaia di posti di lavoro, con i partner Ue che non ricollocano neppure i loro connazionali andati in vacanza all’estero. Poi, c’è il nodo sanitario.

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Sì o No, ecco cosa cambia. Il referendum diventa un voto al governo

lunedì, Agosto 31st, 2020

di RAFFAELE MARMO

È verosimile immaginare che il voto referendario del 20 e 21 settembre sul taglio dei parlamentari abbia effetti politici, oltre che costituzionali rispetto al merito del quesito. La vittoria del Sì stabilizzerebbe la legislatura e rappresenterebbe il più formidabile freno per ogni tentazione di elezioni anticipate: non fosse per altro che per il banale argomento in base alla quale una larga fetta di senatori e deputati non troverebbe più lo scranno anche se i loro partiti conservassero i consensi. Al contrario, il successo del No, oltre alla salvaguardia di un’adeguata rappresentanza parlamentare (in linea con gli standard delle democrazie occidentali), riaprirebbe i giochi sul destino della legislatura e sulle alleanze.

Si comprende, dunque, come i grillini innanzitutto, ma anche lo stesso premier Giuseppe Conte e l’area governista del Pd (con i ministri in testa) e della sinistra di Leu siano tutti favorevoli al taglio. Certo, per il Movimento c’è la paternità della battaglia con tutto il retroterra pseudo-culturale e populista anti-casta, ma possiamo stare certi che, come hanno detto addio alle altre loro bandiere (si pensi all’abbandono del vincolo del secondo mandato), avrebbero facilmente mandato al macero anche questa se non fosse stata tatticamente conveniente tenerla issata.

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“Nubifragi sempre più devastanti”. Il climatologo: Italia troppo fragile

lunedì, Agosto 31st, 2020

di GIOVANNI PANETTIERE

Roma, 31 agosto 2020 – “Bombe d’acqua, maxi frane, strade trasformate in torrenti di detriti e fango non sono eventi sporadici. Le statistiche evidenziano come siano fenomeni sempre più frequenti e ad intensità crescente che hanno una loro connessione con i cambiamenti climatici in atto di cui l’uomo non è mero spettatore, ma ha una buona dose di responsabilità”. All’indomani della tragedia di Marina di Massa, dove due sorelline sono morte travolte da un albero raso al suolo da una tromba d’aria, il fisico del clima del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), Antonello Pasini, sonda le cause a monte del clima impazzito di questi ultimi anni.

In che modo il surriscaldamento globale determina disastri naturali così violenti?

“Il fatto di avere un suolo e soprattutto il Mediterraneo più caldi col passare degli anni fa sì che il mare, da un lato, produca una grande quantità di molecole di vapore acqueo, cioè mattoni su cui si plasmano le nuvole dalle quali scaturiscono pioggia e grandine, dall’altro, fornisca calore, quindi energia, all’atmosfera che, per autoregolarsi, non gode di libero arbitrio, ma segue le leggi della termodinamica”.

Tradotto?

“Non può fare altro che scaricare violentemente sul territorio questo surplus di energia che è andata incamerando”.

Alla fine siamo noi uomini a pagarne i costi, anche in termini di vite umane..

“Vero, ma non dimentichiamo che i modelli scientifici sui cambiamenti climatici imputano all’uomo i fattori determinanti il surriscaldamento globale. Dalle emissioni di gas serra all’agricoltura non sostenibile, passando per la deforestazione e il consumo del suolo”.

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I nuovi traguardi europei

lunedì, Agosto 31st, 2020
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di   Maurizio Ferrera

La crisi Covid ha costretto la Ue a una straordinaria prova di resistenza, che si è felicemente conclusa con l’accordo del 21 luglio. Grazie al piano Next Generation Eu, la Commissione sarà autorizzata a indebitarsi per 750 miliardi al fine di rilanciare l’economia europea. Tale debito sarà ripagato con nuove imposte espressamente destinante ad alimentare il bilancio Ue. Si tratta di due passi molto importanti, che avvicinano l’Unione al modello federale. Ma sarebbe un grave errore mettersi adesso a dormire sugli allori: l’abbrivio riformista non va interrotto. Innanzitutto l’accordo di luglio deve essere approvato dal Parlamento Ue, inserito nel nuovo quadro di bilancio pluriennale 2021-2027 e messo in relazione con il più vasto piano di stimolo alla transizione verde. La sfida è tuttavia quella di individuare nuovi traguardi. In autunno sarà formalmente convocata la Conferenza sul futuro dell’Europa, voluta da Ursula von der Leyen, con il sostegno di Macron e Merkel. L’idea è quella di un dibattito a tutto campo, aperto anche alla società civile, sul rafforzamento della Ue. I grandi dibattiti possono svolgere importanti funzioni di legittimazione e costruzione di identità.Non basta però discutere, occorre porsi degli obiettivi. Per ora, quelli della Conferenza non sono affatto chiari.

Quali potrebbero essere? I sistemi politici si consolidano investendo in tre direzioni: confini, comandi (le istituzioni decisionali) e condivisioni. Possiamo chiamarla «agenda delle tre c». È su questi fronti che occorre impegnarsi.

Confini. Le frontiere esterne della Ue sono deboli e poco visibili. Il tema è delicato, riguarda il cuore stesso delle sovranità nazionali. Di fronte alla sfida dell’immigrazione è però urgente procedere a un trapianto: il cuore va collocato a Bruxelles. Il cosiddetto sistema di Dublino è diventato non solo inefficace nel contenere e gestire i flussi, ma sempre più divisivo sul piano politico, sia fra Paesi sia all’interno di ciascun Paese (Salvini docet). Rallentata dalla pandemia, la transumanza di disperati fra la sponda sud e quella nord del Mediterraneo sta velocemente recuperando i ritmi pre-crisi. La situazione in Libia è una bomba a orologeria. Il traguardo da porsi è chiaro: la Ue deve rafforzare la sorveglianza del proprio confine mediterraneo e introdurre un nuovo e più equo regime di asilo e di distribuzione dei migranti. Il debito comune e le risorse proprie decise a luglio costituiscono un salto di qualità in termini di sovranità fiscale. Un salto analogo va ora fatto in termini di sovranità territoriale.

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